L’assessore Manfredini: «Sul futuro della manifestazione decideranno le borgate »
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«NON È SOLO una questione di soldi: il problema economico c’è, e non lo nega nessuno. Ma la proposta del nuovo modo di intendere la sfilata del Palio, vola più in alto».
Paolo Manfredini è l’assessore “al Palio” del Comune della Spezia. Spiega così la novità che sta agitando centinaia di borgatari: figuranti vestiti dagli stilisti del “Chiodo”, una decina per armo, con un corteo storico simbolico, al posto della storica festosa “baraonda”.
E’ colpa del buco da 120mila euro nei conti del comitato borgate?
«C’è crisi, gli sponsor privati arrancano, i fondi del Comune tardano, ma il punto è un altro».
Qual è?
«La sfilata soffre di carenze strutturali: deve salire ad un contesto più strutturato».
E’ troppo provinciale?
«E’ stata un modo di aggregazione delle borgate, di progettare qualcosa per stare insieme: ma è anche la più antica manifestazione sportiva della città, dunque potrebbe collegare meglio il vissuto sociale e culturale e antropologico».
Non è dunque una modifica di transizione, ma definitiva?
«L’idea sulla quale stiamo ragionando, sì: individuare ogni anno un preciso periodo storico, e vestire i figuranti per caratterizzare un’epoca, in un riepilogo della storia, a puntate».
Per il 2011, i 150 anni dell’unità d’Italia?
«Sì: l’anno dopo un altro periodo. Abbiamo la fortuna di avere una scuola di moda».
Nessuno critica il “Chiodo”: ma c’è chi difende la spontaneità del passato.
«Io credo che questa idea sia un servizio che si rende al Palio: è la nostra festa più importante, ci racconta».
E’ tutto deciso?
«Sono le borgate che devono decidere: i dissensi, i commenti, sono legittimi, ma alla fine a votare sono le borgate: io penso sia un’opportunità, un modo più consono di vivere il vero spirito del Palio. Se le borgate non vorranno coglierla, facciano come credono ».
Manfredini sposta il tiro, rispetto al problema dei soldi rilevato dal presidente del comitato borgate Massimo Gianello.
E su questo fronte, dal Pdl, la consigliera Maria Grazia Frija chiede che tutti, “al di là degli schieramenti politici, di salvare la sfilata tradizionale”.
«Noi consiglieri comunali possiamo devolvere il gettone di presenza – propone – si dice che “volere è potere”: sollecitiamo un intervento degli enti, dai privati, dagli altri Comuni, Lerici e Portovenere. Presenterò una mozione: non possiamo rinunciare a una tradizione così, l’unica vera festa della nostra città. Vanno trovati i soldi: non apprezzo che il Comune sia così sottomesso. Il sindaco si faccia capofila di una raccolta fondi, bussi alla Regione. Le tradizioni ci accompagnano nel cammino della vita. Salviamole».
Paolo Manfredini è l’assessore “al Palio” del Comune della Spezia. Spiega così la novità che sta agitando centinaia di borgatari: figuranti vestiti dagli stilisti del “Chiodo”, una decina per armo, con un corteo storico simbolico, al posto della storica festosa “baraonda”.
E’ colpa del buco da 120mila euro nei conti del comitato borgate?
«C’è crisi, gli sponsor privati arrancano, i fondi del Comune tardano, ma il punto è un altro».
Qual è?
«La sfilata soffre di carenze strutturali: deve salire ad un contesto più strutturato».
E’ troppo provinciale?
«E’ stata un modo di aggregazione delle borgate, di progettare qualcosa per stare insieme: ma è anche la più antica manifestazione sportiva della città, dunque potrebbe collegare meglio il vissuto sociale e culturale e antropologico».
Non è dunque una modifica di transizione, ma definitiva?
«L’idea sulla quale stiamo ragionando, sì: individuare ogni anno un preciso periodo storico, e vestire i figuranti per caratterizzare un’epoca, in un riepilogo della storia, a puntate».
Per il 2011, i 150 anni dell’unità d’Italia?
«Sì: l’anno dopo un altro periodo. Abbiamo la fortuna di avere una scuola di moda».
Nessuno critica il “Chiodo”: ma c’è chi difende la spontaneità del passato.
«Io credo che questa idea sia un servizio che si rende al Palio: è la nostra festa più importante, ci racconta».
E’ tutto deciso?
«Sono le borgate che devono decidere: i dissensi, i commenti, sono legittimi, ma alla fine a votare sono le borgate: io penso sia un’opportunità, un modo più consono di vivere il vero spirito del Palio. Se le borgate non vorranno coglierla, facciano come credono ».
Manfredini sposta il tiro, rispetto al problema dei soldi rilevato dal presidente del comitato borgate Massimo Gianello.
E su questo fronte, dal Pdl, la consigliera Maria Grazia Frija chiede che tutti, “al di là degli schieramenti politici, di salvare la sfilata tradizionale”.
«Noi consiglieri comunali possiamo devolvere il gettone di presenza – propone – si dice che “volere è potere”: sollecitiamo un intervento degli enti, dai privati, dagli altri Comuni, Lerici e Portovenere. Presenterò una mozione: non possiamo rinunciare a una tradizione così, l’unica vera festa della nostra città. Vanno trovati i soldi: non apprezzo che il Comune sia così sottomesso. Il sindaco si faccia capofila di una raccolta fondi, bussi alla Regione. Le tradizioni ci accompagnano nel cammino della vita. Salviamole».
SONDRA COGGIO