CI SARÀ Camillo Benso, Conte di Cavour, che volle l’Arsenale alla Spezia: già sognato da Napoleone Bonaparte.
E ci sarà il generale Domenico Chiodo: che diresse il progetto. Ma ci saranno anche operai e artigiani, eroici, che diedero corpo alla gigantesca opera, negli anni fra il 1862 e il 1869.
E la bellissima contessa di Castiglione, donna intelligente e pionieristica, nella sua disinvolta bellezza: che garantì alla nascente Italia il via libera del regno di Francia.
E il grande eroe dei due mondi, Giuseppe Garibaldi, il “brigante onesto”.. La sfilata del Palio del Golfo, la prima domenica d’agosto, sarà la ricostruzione, grandiosa, della “nostra” unità d’Italia: rappresenterà le pagine storiche che portarono la nostra città in primo piano, nella storia del Paese.
E questo sarà possibile grazie
all’alleanza fra la scuola professionale Chiodo Einaudi, le borgate, il Comune, e Fondazione Carispe.
La sfilata d’un tempo volta pagina, e si tinge di tricolore: niente più competizione fra le borgate, niente più carri.
Nasce la sfilata storica: otto personaggi per borgata, 104 costumi d’epoca cuciti a mano, secondo dati storici inappuntabili. Poi sfileranno i tredici armi e le bande musicali.
E il pubblico, che si stima superiore alle trentamila persone, riceverà dettagli dal vivo, attraverso animazioni e brochure, sulla storia spezzina.
La rivoluzione, perché di questo si tratta, al suo annuncio a fine anno scorso aveva suscitato un vespaio: dalla disfida popolare carnascialesca di sempre ad una manifestazione “seria”, selettiva, contingentata?
Era emersa una comprensibile contrarietà: si va ad archiviare un’epoca, e si apre ad una pagina nuova e sconosciuta? Ora però, riunione su riunione, l’accordo delle borgate è unanime: e probabilmente non si tratterà di un’edizione unica, ma di un nuovo corso, destinato ad improntare il Palio del futuro.
Chi ci crede moltissimo, e ha investito anima e corpo, è la scuola: che aprirà le porte ai borgatari, per realizzare insieme le coreografie, e terrà aperto anche fuori orario, nei fine settimana, in estate, in un lavoro non stop da far paura.
Il dirigente Generoso Cardinale è entusiasta: «E’ una cosa straordinaria – spiega – nell’anno in cui si celebra l’unità d’Italia, le tredici borgate si uniscono alla scuola, in un grande progetto ambizioso, innovativo, con un clima di piena fiducia. Sarà faticosissimo, lo è già:ma il risultato sarà unico».
Che sfilata sarà?
«Immaginiamo il centro gremito di persone: e questi 104 personaggi, con abiti confezionati a mano, pensati appositamente per l’evento. E a ruota, gli armi della prestigiosa disfida remiera».
Chi farà i modelli? Chi li indosserà?
«Innanzitutto, si tratta di abiti che saranno scientificamente uguali a quelli dell’epoca. Per questo, è stato costituito un comitato storico. Li indosseranno i borgatari selezionati dalle singole borgate, otto ciascuna».
Chi fa parte del comitato?
I docenti della scuola, studiosi come Mara Borzone, il direttore del Lia Andrea Marmori, la direttrice del museo etnografico Rossana Piccioli. I nostri studenti, poi, lavorano con passione».
Chi cucirà tutti questi costumi?
«I ragazzi della moda,ma anche i volontari delle borgate: ci sono signore che con l’ago fanno pura poesia. E anche uomini, che sanno ben assemblare materiali e dettagli».
Vedremo i borgatari a scuola?
«Certamente: dimentichiamoci orari e tempi classici: sarà una full immersion».
Chi paga?
«Fondazione metterà 40mila euro, il Comune 150mila. Noi, quantificando l’opera del personale, 155 mila. Dico queste cifre per far capire quanto impegno c’è dietro».
Quali ragazzi sono coinvolti?
«Praticamente tutti: c’è la sezione moda per i costumi, ci sono le aree umanistiche per la storia, c’è il settore grafico per il marketing e la promozione ».
E’ vero che state documentando tutto?
«Sì. Il professor Valter Soldati filma e registra. Nascerà un dvd. E nasceranno brochure per i turisti».
Chi sta collaborando?
«L’assessore Manfredini è il primo fan del progetto: la Marina sarà presente, anche con la banda. Ci sarà la sfilata storica di moto e sidecar. Il professor Pier Giorgio Cavallini è il nostro consulente esterno. Ci sarà molto altro. Le curiosità saranno svelate dal Comune, un po’ alla volta ».
Perché unire Palio e 150 anni dell’unità?
«Pensiamo solo alle borgate che per una volta accantonano la sana rivalità senza esclusione di colpi, e sfilano mescolandosi, Garibaldi a braccetto con Cavour: pensiamo al clima della Spezia di quegli anni, con l’apporto di tante persone di provenienza diversa, e alla nuova città multiculturale ».
Chiodo ed Einaudi sono le scuole in cui ci sono più ragazzi stranieri?
«Sì, per origine, ma sono tutti spezzini: ed è una bella ricchezza».
Sarà un lungo anno, da qui ad agosto?
«Sì. Un anno da ricordare. Si sta già lavorando alacremente, con Comune e borgate. Il nostro staff vede referente della parte storica la professoressa Antonella Bonanini, per l’amministrazione contabile Mauro Casabianca, per la parte grafica Andrea Tinelli, per la moda Patrizia Avesani, per la comunicazione Vladimiro Corli, per le scenografie Sandra Bargiacchi».
E ci sarà il generale Domenico Chiodo: che diresse il progetto. Ma ci saranno anche operai e artigiani, eroici, che diedero corpo alla gigantesca opera, negli anni fra il 1862 e il 1869.
E la bellissima contessa di Castiglione, donna intelligente e pionieristica, nella sua disinvolta bellezza: che garantì alla nascente Italia il via libera del regno di Francia.
E il grande eroe dei due mondi, Giuseppe Garibaldi, il “brigante onesto”.. La sfilata del Palio del Golfo, la prima domenica d’agosto, sarà la ricostruzione, grandiosa, della “nostra” unità d’Italia: rappresenterà le pagine storiche che portarono la nostra città in primo piano, nella storia del Paese.
E questo sarà possibile grazie
all’alleanza fra la scuola professionale Chiodo Einaudi, le borgate, il Comune, e Fondazione Carispe.
La sfilata d’un tempo volta pagina, e si tinge di tricolore: niente più competizione fra le borgate, niente più carri.
Nasce la sfilata storica: otto personaggi per borgata, 104 costumi d’epoca cuciti a mano, secondo dati storici inappuntabili. Poi sfileranno i tredici armi e le bande musicali.
E il pubblico, che si stima superiore alle trentamila persone, riceverà dettagli dal vivo, attraverso animazioni e brochure, sulla storia spezzina.
La rivoluzione, perché di questo si tratta, al suo annuncio a fine anno scorso aveva suscitato un vespaio: dalla disfida popolare carnascialesca di sempre ad una manifestazione “seria”, selettiva, contingentata?
Era emersa una comprensibile contrarietà: si va ad archiviare un’epoca, e si apre ad una pagina nuova e sconosciuta? Ora però, riunione su riunione, l’accordo delle borgate è unanime: e probabilmente non si tratterà di un’edizione unica, ma di un nuovo corso, destinato ad improntare il Palio del futuro.
Chi ci crede moltissimo, e ha investito anima e corpo, è la scuola: che aprirà le porte ai borgatari, per realizzare insieme le coreografie, e terrà aperto anche fuori orario, nei fine settimana, in estate, in un lavoro non stop da far paura.
Il dirigente Generoso Cardinale è entusiasta: «E’ una cosa straordinaria – spiega – nell’anno in cui si celebra l’unità d’Italia, le tredici borgate si uniscono alla scuola, in un grande progetto ambizioso, innovativo, con un clima di piena fiducia. Sarà faticosissimo, lo è già:ma il risultato sarà unico».
Che sfilata sarà?
«Immaginiamo il centro gremito di persone: e questi 104 personaggi, con abiti confezionati a mano, pensati appositamente per l’evento. E a ruota, gli armi della prestigiosa disfida remiera».
Chi farà i modelli? Chi li indosserà?
«Innanzitutto, si tratta di abiti che saranno scientificamente uguali a quelli dell’epoca. Per questo, è stato costituito un comitato storico. Li indosseranno i borgatari selezionati dalle singole borgate, otto ciascuna».
Chi fa parte del comitato?
I docenti della scuola, studiosi come Mara Borzone, il direttore del Lia Andrea Marmori, la direttrice del museo etnografico Rossana Piccioli. I nostri studenti, poi, lavorano con passione».
Chi cucirà tutti questi costumi?
«I ragazzi della moda,ma anche i volontari delle borgate: ci sono signore che con l’ago fanno pura poesia. E anche uomini, che sanno ben assemblare materiali e dettagli».
Vedremo i borgatari a scuola?
«Certamente: dimentichiamoci orari e tempi classici: sarà una full immersion».
Chi paga?
«Fondazione metterà 40mila euro, il Comune 150mila. Noi, quantificando l’opera del personale, 155 mila. Dico queste cifre per far capire quanto impegno c’è dietro».
Quali ragazzi sono coinvolti?
«Praticamente tutti: c’è la sezione moda per i costumi, ci sono le aree umanistiche per la storia, c’è il settore grafico per il marketing e la promozione ».
E’ vero che state documentando tutto?
«Sì. Il professor Valter Soldati filma e registra. Nascerà un dvd. E nasceranno brochure per i turisti».
Chi sta collaborando?
«L’assessore Manfredini è il primo fan del progetto: la Marina sarà presente, anche con la banda. Ci sarà la sfilata storica di moto e sidecar. Il professor Pier Giorgio Cavallini è il nostro consulente esterno. Ci sarà molto altro. Le curiosità saranno svelate dal Comune, un po’ alla volta ».
Perché unire Palio e 150 anni dell’unità?
«Pensiamo solo alle borgate che per una volta accantonano la sana rivalità senza esclusione di colpi, e sfilano mescolandosi, Garibaldi a braccetto con Cavour: pensiamo al clima della Spezia di quegli anni, con l’apporto di tante persone di provenienza diversa, e alla nuova città multiculturale ».
Chiodo ed Einaudi sono le scuole in cui ci sono più ragazzi stranieri?
«Sì, per origine, ma sono tutti spezzini: ed è una bella ricchezza».
Sarà un lungo anno, da qui ad agosto?
«Sì. Un anno da ricordare. Si sta già lavorando alacremente, con Comune e borgate. Il nostro staff vede referente della parte storica la professoressa Antonella Bonanini, per l’amministrazione contabile Mauro Casabianca, per la parte grafica Andrea Tinelli, per la moda Patrizia Avesani, per la comunicazione Vladimiro Corli, per le scenografie Sandra Bargiacchi».
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