ANDAMENTO lento, ma spettacolare. Le borgate marinare hanno dato fondo alla creatività e alla passione per offrire ai cinquantamila spezzini che hanno fatto ala alla sfilata del Palio uno spettacolo che ha divertito, coinvolto, strappato applausi convinti.
Alle 21 in punto il via con in testa al lungo corteo di circa 1.400 tra atleti, dirigenti, borgatari, e musici, la banda della Marina Militare, i gonfaloni dei tre comuni del Golfo: La Spezia, Lerici e Portovenere, lo striscione del Comitato delle Borgate, i rappresentanti della Lega Canottaggio Uisp e della Giuria e le tredici borgate in ordine di arrivo al Palio del Golfo dello scorso anno, con una ventina di carri e quattro bande musicali. Ad aprire il corteo delle borgate il Lerici con i due Palio vinti lo scorso anno ed una sfilata impostata sul ricordo della conquista del Nastro Azzurro avvenuta 80 anni fa da parte del transatlantico Rex guidato dal lericino comandante Tarabotto. Subito dietro Canaletto che difende le sue otto vittorie della sfilata e risponde alle accuse mai sopite di brogli, con una sfilata di ladri di ogni livello di evidenti progenie canarine: da Prometeo che ruba il fuoco degli Dei dell’Olimpo per illuminare viale San Bartolomeo a Robim Hood, il bandito della Maggiolina, ad Alì babà e i 40 ladroni, alla banda Bassotti, ad Ulisse ed al suo cavallo di Troia, per poi arrivare ad Al Capone ed ai suoi gangester ed alle sue ragazze ballerine di Charleston. Semplice la sfilata del Fossamastra che proietta un filmato sul Palio degli anni passati tra il tripudio delle bandiere di tutte le borgate. Maturità del “raviolo di mare” tipico della sagra marolina nella sfilata del Marola aperta dal palio junior vinto lo scorso anno e con i prodotti e le fasi della preparazione e grandi e piccini che lavorano alla realizzazione mentre chiude lo chef con il grande pentolone di cottura. La torre Eiffel, Buchingam Palace, il Carnevale di Rio ed addirittura un artico igloo tra i carri del Cadimare, tutti contornati da gruppi folk adeguati. E’ questo l’ipotetico giro del mondo dei Cadamotti ma poi le cose più belle sono quelle di casa mostra (carro con la torre di Pisa),e il cuore resta a Cadimare.
I 900 anni della storia delle sue mura nella raffigurazione di Portovenere, con le diverse fasi della costruzione mentre le massaie del borgo producono pane per i lavoratori. E si rivedono tante belle ragazze in bikini per cui Portovenere è sempre stata famosa. Il transatlantico Costa Classica, via dell’amore e i castelli di Lerici e di Portovenere e le specialità gastronomiche delle Cinque Terre (acciughe e sciacchetrà) per i tanti croceristi che si stanno riversando sul Golfo, nella raffigurazione del Muggiano. Produzione di olio e vino, salatura delle acciughe, raccolta dei muscoli “l’oro nero del Golfo”, pasta al pesto e farinata, nella sfilata del Fezzano che si chiude contante piccole tavole imbandite. “Questo Palio è un Inferno” è il tema conduttore delle Grazie che vede i vincitori in un girone dantesco in cui l’ultimo gradino è quello della borgata con il maggior numero di vittorie: il Cadimare che quindi più di altri si è venduto l’anima al Diavolo dopo essere stato traghettato da Caronte tra le anime dannate. I vari temi della canzone di Giovando “O Bela Spesa” al centro della sfilata del Crdd che si apre con la gondola che ricorda Venezia. La storia della nascita del paese nel ricordo di San Terenzio che gli diede il nome nella suggestiva produzione di Portiolo/ San Terenzo che si gemella con la Scozia del Santo e sfila con due autentiche cornamuse, una suonata dal famoso virtuoso Pietro Malaguti. Ancora una nuova edizione della leggenda del polpo per Tellaro che rievoca la seicentesca leggenda di quando, aggrappandosi alle corde delle campane le suonava a distesa per svegliare gli abitanti subito accorsi a respingere una assalto di pirati saraceni. A concludere la Venere Azzurra con una celebrazione della sua spiaggia libera ricca di mare,sole, sdraio e ombrelloni, riscoperta quest’anno da centinaia di persone.
Pierangelo CAITI