CANOTTAGGIO
Cadimare cambia il team a un mese dal Palio
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[Da Il Secolo XIX del 03/07/2018] – Rivoluzione a Cadimare a 33 giorni dal Palio. La regina delle borgate, forse delusa per i risultati, sbarca i due centrali.
Niente Palio per i due cadamoti Alfredo Tacci e Mirko Lubrano.
Al loro posto il campione Giuseppe Liberatore, otto volte vincitore e Daniele Zampieri detto Muma.
Il nuovo equipaggio è stato avvistato in mare ieri sera intorno alle 19.30, in Diga, per molti meta di allenamento.
A bordo del barchino d’appoggio, insieme all’allenatore Samuel Ferragina, il recordman Paolo Lavalle.
I Galacticos, che portarono a Le Grazie il Palio dopo oltre sessant’anni, si dividono e si scontrano, dando vita alla sfida del nuovo millennio. Mori e D’Imporzano a bordo del Fezzano, Liberatore e Zampieri a Cadimare. Da una parte il campione del mondo Luca Cavallini, imbattuto sia da vogatore che da allenatore e dall’altra l’imperatore del Palio Paolo Lavalle.
Che la stagione del Cadimare non fosse tra le migliori era noto a tutti, ma prevedere un drastico cambiamento a poco meno di un mese dal Palio, non era facile. L’ufficialità della notizia è arrivata ieri, ma qualche rumors circolava già da domenica. Tacci e Lubrano sarebbero stati sbarcati nella notte del 1 luglio, esattamente poche ore dopo rispetto al termine ultimo stabilito dal regolamento per poter essere tesserati in un’altra borgata. Dopo un anno di allenamenti, in mare e in palestra, i due cadamoti sono così costretti a rimanere a terra, dovendo obbligatoriamente rinunciare a partecipare al Palio.
E c’è chi sostiene si tratti di una scelta premeditata. A sostegno di questa ipotesi, un post su facebook di Giuseppe Liberatore, pubblicato lo scorso 22 giugno: «Sembra che il 30 notte – si legge – qualcuno sarà sbarcato. Sbarcato il 30 per non poter essere imbarcato da nessuno. Mi sembrano bugie, ma i rumors sono questi».
Un post a cui nessuno diede peso, ma col senno del poi diventa difficile immaginare che Liberatore fosse ignaro di tutto. Una scelta, dal punto di vista etico, per molti decisamente discutibile, ma che rende la sfida, per Giacomo Mori, ancora più avvincente «Non vedo l’ora di scontarmi sul campo».