SPORT E GIUSTIZIA
Clenbuterolo, Liberatore combatte «Solo tracce. Qualcuno mi ha dopato»
Il plurimedagliato vogatore del Cadimare a Roma per le controanalisi
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[Da La Nazione del 11/09/18 – È PARTITO ieri sera alla volta di Roma, deciso a conoscere l’esito delle controanalisi, che verranno effettuate oggi nel laboratorio della Nado e che sanciranno, una volta per tutte, la presenza di Clenbuterolo, la sostanza dopante rinvenuta nel suo organismo a seguito dei primi esami di sangue e urine, praticati dal Nas domenica 5 agosto, al termine della 93ª edizione del Palio del Golfo. Giuseppe Liberatore, 48 anni, terzo remo del Cadimare, campione di voga e di ciclismo, risultato positivo al doping al termine della disfida remiera, vuole vederci chiaro in merito a quanto ‘sentenziato’ dalla prima sezione del Tribunale nazionale antidoping, che qualche settimana fa lo ha sospeso in via cautelare, in attesa appunto dell’esito delle controanalisi da lui richieste e per le quali ha sborsato 650 euro.
Oggi dunque si saprà l’esito dell’esame ripetuto a scopo di accertamento nei casi di doping. E con questo alla mano Liberatore si presenterà davanti alla Procura antidoping, per l’interrogatorio, la cui data deve essere ancora fissata.
Insieme ai risultati delle controanalisi Liberatore si farà forte anche del risultato del quantitativo di Clenbuterolo rinvenuto nel primo accertamento di laboratorio, richiesto dallo stesso e reso noto nella giornata di ieri: «La quantità della sostanza – spiega il plurimedagliato del Palio del Golfo – è bassissima: l’esito riporta la presenza di 0,8 nanogrammi di Clenbuterolo per millilitro di urina. In un campione di urina di un millilitro non ho raggiunto neppure un microgrammo: chi soffre d’asma arriva anche a 40 microgrammi. Quindi il quantitativo è davvero irrisorio, anche se per la Nado vale solo la mera presenza di una sostanza dopante».
LIBERATORE continua a urlare al mondo intero di non aver mai ingerito volontariamente quella sostanza, ma oggi, alla luce del quantitativo del Clenbuterolo rinvenuto sul suo organismo, non scarta l’ipotesi della ‘contaminazione’ della sostanza: «O qualcuno mi ha volontariamente dopato o magari ho mangiato carne contaminata, come è successo al corridore australiano Michael Rogers. La Federciclo mondiale lo ha assolto perché ha dimostrato che la probabilità che la sostanza sia stata assunta attraverso il consumo di carne contaminata in Cina era significativa».
Liberatore è pronto a costruire la difesa con il suo avvocato Giovanni Di Sibio ma anche attraverso la consulenza di una tossicologa spezzina, esperta in materia, da lui stesso interpellata: «Il tutto – conclude – per dimostrare che quella quantità di Clenbuterolo, se fosse stata da me assunta volontariamente, non mi sarebbe servita a nulla. Sono arrivato a Cadimare 20 giorni prima del Palio… non ha senso quello quantità, se avessi voluto doparmi avrei assunto una quantità maggiore di quella sostanza».
Parole che il 48enne ripeterà davanti alla Procura sportiva, quando verrà convocato.