UN VARO emozionante e coinvolgente come pochi, quello a cui abbiamo assistito assieme a diverse centinaia di persone a Cadimare. A scendere in mare lungo uno scalo improvvisato, ma non per questo meno costruito a regola d’arte da un piccolo gruppo di sommozzatori, il veliero di 13metri, nato dalla chiglia di un vecchio lancione di 6,50, realizzato in riva al mare dalle menti geniali e dalle mani capaci di un gruppo di personaggi che sono così entrati nella recente storia della borgata. Abili mani quindi di Fabio Castiglia, ex arsenalotto ed attrezzatore navale, al quale hanno dato una mano o semplici consigli ex maestri d’ascia, carpentieri, meccanici, resinatori, motoristi navali (tra i tanti abbiamo visto anche il maestro d’ascia delle Grazie Pietro Ricci) mentre ancora una volta la storica “baracca Faggioni” è stata al centro della progettazione per quella che è diventata una trasformazione da manuale. Cadimare aveva l’aspetto di un set cinematografico per il varo di un veliero completo di ogni attrezzatura, dalle vele, agli alberi, ai pennoni, al timone, al motore e non mancavano i tanti tiranti del sartiame e le spingarde da fiancata a farne una vera nave dei pirati imbandierata a festa, con il gran pavese innalzato ed al vento la bandiera italiana ed una piccola bandiera nera dei pirati. Massima l’emozione quando dal piccolo palco delle autorità, la madrina Barbara Matteucci, con la tradizionale accetta, ha tagliato la cima che assicurava la bottiglia di spumante che ha battezzato la nave (dopo la benedizione ufficiale impartita dal parroco di Cadimare) e che si infrangeva regolarmente e bene augurante contro l’ancorotto del “Quinto remo”. Questo infatti il nome del veliero che ha per polena un delfino, è impreziosito da sirene turrite dipinte sulla prua da Giorgio Palla, famoso “aerografista”, ed è stato realizzato per dare una “spinta” (“Quinto remo” appunto), con un tifo particolarmente vivace e folcloristico, all’armo “cadamoto” durante l’83° edizione del Palio del Golfo. Dicevamo dell’emozione degli spettatori al varo che se non fosse stato per le decine di telecamere e macchine digitali brandite e per l’abbigliamento, avrebbero dato vita all’immagine di un vecchio dagherro tipo per uno di quei vari di una volta. Lo scalo infatti, perfettamente livellato dai sub,non era mai stato collaudato e si poteva anche temere non reggesse. Tutto invece è andato alla perfezione a riprova delle eccezionali capacità di tutti gli attori e del coraggio dei sei-sette “cadamoti” che avevano costituito il primo equipaggio ed erano già a bordo. Dopo un blocco iniziate, il cavo a paranco lanciava lungo lo scalo spalmato di sego il veliero che entrava in mare tra una lunghissima ovazione di tutti i presenti, in maniera perfetta, liberandosi subito dall’avanscalo e mettendo in moto il suo piccolo motore da 18 cavalli e dimostrando perfette qualità nautiche. Da una lancia in disarmo si è così arrivati ad un galeone pontato utilizzando molto materiale sbarcato a suo tempo da nave “Vespucci” (della quale sono state riprese forma e colorazione) e fornito dalla Marina Militare. Per tutti i presenti, borgatari di Cadimare e dei borghi vicini, turisti e spettatori, un’emozione infinita, raramente provata prima e testimoniata da entusiastici commenti. Per i realizzatori dell’opera un legittimo orgoglio in un tributo alla vocazione marinara del borgo ed alle capacità dei suoi abitanti. Giovedì il “Quinto remo” sarà alla passeggiata Morin al raduno delle barche d’epoca a vela latina dove potrà essere ammirato da tutta la popolazione spezzina.
Cadimare fa festa al varo di “Quinto remo”
La borgata ha realizzato uno splendido veliero nato dalla chiglia di un vecchio lancione. Giovedì la barca sarà in passeggiata Morin