Lavalle piange di gioia: «Più forte di tutto»

Sturlese: «A Marola mi hanno scartato perché dicevano che non avevo il fisico». La prima volta di Zampieri


lavalle 2009_2AH, quanti sassolini saltano fuori dalle scarpe dei vogatori del Canaletto appena sbarcano dopo aver conquistato il Palio del Golfo. Ha cominciato Paolo Lavalle quando si è messo l’indice davanti al naso e rivolgendosi alla barca del Cadimare ha detto:«E meno male che ero finito….». Zitti e a casa. «Siamo un equipaggio composto da scarti delle altre borgate e ora eccoci qua a gustarci questa incredibile vittoria » gongola Marco Sturlese, 23 anni. «A Marola dicevano che avevo un fisico da juniores e quindi non potevo andare lontano. Invece ho dimostrato a tutti che con la volontà si può arrivare ovunque». Una questione di stimoli anche per Daniele Zampieri, 32 anni da Fezzano, considerato eterno secondo. «Ero sbarcato dall’imbarcazione del Cadimare perché non mi consideravano un vincente e invece… Dopo quattro secondi posti è arrivata la gioia più grande. Ho provato un’emozione da perdere il fiato. Sapevamo di essere i favoriti, ma al Palio si azzera tutto. Noi sapevamo di essere in forma,malgrado le condizioni precarie di salute di Lavalle, ma lui è un fenomeno ed è più forte di qualsiasi avversità ». Già, Paolo Lavalle, l’imperatore. Colui che non scrive pagine importanti del palio del Golfo, ma addirittura un libro. Undici successi e una fama da cannibale. Lo sapeva che avrebbe fatto una grande gara. Nonostante la tonsillite che lo ha costretto a saltare l’ultima prepalio. I figli Francesco, Elia e la piccola Matilde indossano una t-shirt con scritto “Forza Papà”. Quando li vede anche la dura scorza di Lavalle di scioglie e dai suoi occhi scendono le lacrime. Sono lacrime di gioia. Il primo pensiero è per Nino Casali, fratello del capoborgata Gianni, assente per gravi motivi di salute: «Dedichiamo a lui la vittoria. Siamo certi che con il suo carattere forte uscirà da questo momento difficile e ritornerà a incitarci come sempre ». Lavalle è un fiume in piena. Abbraccia la mamma Antonia, stringe le mani anche a quegli avversari di Marola, Fossamastra e Fezzano che si complimentano con lui con grande sportività. «Non potevo lasciare la voga senza riportare il Palio nella mia borgata e ci sono riuscito. Nonostante una tonsillite che ha rischiato dimettermi al tappeto. Ho vogato con 38 gradi di febbre,ma ci vuole ben altro per abbattermi». Parola di uno che in passeggiata Morin ha già vinto undici volte. Lavalle viene osannato dalla sua gente. Ma si deve congedare in fretta perché deve sottoporsi al test dell’antidoping. Così lascia la scena ai compagni. Alfonso Conte è destinato ad afferrare il testimone. E non solo per i tre pali juniores e i due seniores conquistati a 31 anni. Uno che lascia la sua borgata di Cadimare per indossare la maglia del Canaletto deve avere personalità da vendere. Ma cerca subito di chiarire i suoi malintesi con i cadamoti: «Forse ho mancato di chiarezza quando dissi a Cadimare che non sarei mai salito al terzo remo. E per questo chiedo scusa alla mia borgata, ma adesso lasciatemi godere questo successo forse ancor più bello perché giunto inaspettato. La dedica è per Nino Casali e per mia figlia Alessia che nascerà a ottobre». Conte parla già di futuro: «Non so ancora per chi vogherà il prossimo anno. A Cadimare ho dato tanto e ricevuto altrettanto. Da parte mia non c’è alcun rancore: molto dipende dai dirigenti». Quasi un messaggio d’amore.

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