Lavalle:«Cavallini non deve più allenare»

 L’IMPERATORE mostra il pollice verso. Per lui l’equipaggio delle Grazie “scarrella” di brutto e, dunque, è fuori dalle regole del Palio del Golfo. Paolo Lavalle, “monumento” della disfida remiera con ben undici Pali seniores vinti da capovoga di Canaletto, Crdd e Marola più uno juniores col Canaletto, sua borgata d’origine e un altro, due anni fa, come allenatore del Lerici, non ha mai avuto peli sulla lingua e, nella sua lunga carriera, ha attizzato decine di discussioni e polemiche. Quest’anno allena l’equipaggio del Porto Venere, una delle borgate che ha firmato la lettera indirizzata al sindaco, Massimo Federici, per denunciare l’irregolarità della voga delle Grazie.
Normale che non si tiri indietro neppure stavolta buttandosi a capo fitto nella bagarre dell’edizione numero 89.
Ma allora, Le Grazie “scarrella”o no?
«Le Grazie ha un equipaggio fortissimo, questo è fuori di dubbio. Sarebbe il favorito anche se non “scarrellasse”. Invece lo fa, e alla grande».
Quindi?
«Quindi è uno scandalo sotto gli occhi di tutti quelli che capiscono di voga a sedile fisso perché le regole non vengono rispettate».
Di chi la responsabilità?
«Di quelli che, come l’allenatore delle Grazie, Luca Cavallini, provengono dal sedile mobile adottando una tecnica di voga che nel fisso è proibita. Questa gente dovrebbe restarsene nel settore di sua competenza e non venire a inficiare una manifestazione storica e di tradizione tutta particolare come il Palio del Golfo».
Non le paiono ingenerose certe critiche?
«Quelli del mobile hanno sempre fatto dei danni. Nel 1992 il Muggiano “scarrellava” di brutto e, guarda caso, aveva come allenatore Ivano Cavallini, il fratello di Luca. Io vogavo nel Crdd e con me a bordo c’erano Massimiliano Curletto ed Elio Borio, due che venivano dal sedile mobile. Visto che il Muggiano era scorretto, lo fummo anche noi e alla Morin vincemmo alla grande. In certi casi bisogna rendere pan per focaccia».
Dunque anche lei ha “scarrellato” nella sua carriera.
«Sì, in quell’edizione, proprio per dimostrare che i “furbi” non erano soltanto quelli del Muggiano».
Una volta sola, proprio sicuro?
«Certo che sono sicuro. Basta andare a rivedersi i filmati dei Pali che ho vinto. Che poi qualcuno sostenga che anche il Marola dei record “scarrellasse” è pura menzogna. Sono schifato, lo scriva» .
Cosa fare per uscire da questa situazione?
«Far sì che gente come Luca Cavallini non alleni più un equipaggio da Palio. Se vogliono farlo restino al sedile mobile e insegnino là la loro tecnica ».
E il regolamento?
«A che serve se poi viene data la possibilità di violarlo? Lo sa cos’è successo al Palio dell’Isola d ’Elba che ha una tradizione simile al nostro e barche in legno come le nostre? Che a furia di consentire modifiche agli scafi e accorgimenti vari sono passati dagli scafi in legno a quelli in vetroresina con l’illusione di uniformare tutto. Con la conseguenza che quel Palio è finito. Non vorrei che lo stesso succedesse a quello di Spezia».
C’è doping nel Palio?
«Nel 1998 mi bruciarono una barca perché, insieme a Manfrone, denunciai l’uso di pastiglie per aumentare le prestazioni dei vogatori. Mi dicono che ora tutto è sotto controllo. Per quanto riguarda i broncodilatatori, non credo siano in grado di influire. Il Palio lo vince soltanto chi è più forte».
Amerigo LUALDI

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