Nome dell'autore: Palio del Golfo

Il Palio ai ragazzini del Marola

 IN MOLTI la chiamano vendetta, altri, più istruiti, legge del contrappasso. Il Marola ha restituito al Fezzano la coltellata mortale al cuore ricevuta nel 2004 quando, grande favorita e al culmine di un ciclo di vittorie irripetibile, si vide superare dall’armo verde. Ieri sera è successo quello che la gente di Fezzano mai si sarebbe aspettata e agioire sono gli arancio-granata di Gianni Cargiolli, equipaggio di ragazzini terribili che l’anno scorso vogavano negli juniores. Gianni Carrara, capovoga; Nicola Vischio e Nunzio Ianò, centrali; Diego Maddaluno, pruista; Elisabetta Giunti, timoniera; Sergio Silvi ed Emilio Giunti, allenatori. Un’apoteosi per i marolini; una delusione, che definire cocente è davvero poco, per i fezzanesi che si sono presentati in massa sulla Morin, forti di nove successi su dieci gare disputate nelle prepalio (la rimanente l’ha vinta proprio il Marola). Ma la gara della prima domenica d’agosto, si sa, fa storia a parte e ieri, quello che sembra un abusato luogo comune, è stato mostrato al mondo. Si è disputato il Palio più appassionante e combattuto delle ultime edizioni, tirato fino alla fine e ricco di colpi a sorpresa. Basti pensare che, ai tre giri di boa, hanno virato tre barche diverse: ai 500 metri Porto Venere, ai 1.000 Marola, ai 1.500 Fezzano. Il tutto con scarti minimi. Poi, negli ultimi 500 metri e nel serra voga conclusivo, i giovani marolini hanno fatto l’impossibile precedendo per due secondi la corazzata verde guidata da Daniele Zampieri, con Patrizio Pierleoni (che ha mancato il suo settimo successo personale, Andrea Migliorini, Mattia Danubio, timonati da Emanuele Smecca). La classifica finale ha visto primo Marola (11’07”09), secondo Fezzano (11’ 09”72), terzo la grande rivelazione Tellaro (11’16”65),poi, a seguire, Porto Venere, Muggiano, Crdd, Canaletto, Fossamastra, Lerici, Cadimare, Le Grazie, Santerenzo. Venere Azzurra squalificata per avere saltato la boa dei 500 metri. Al termine, la gioia incontenibile (e per molti versi inattesa) della torcida arancio-granata e la disperazione dei fezzanesi i cui tifosi, tutti in maglia o canotta verde, sono rimasti ammutoliti. Tutt’intorno gli sberleffi degli avversari, soprattutto degli eterni rivali di Cadimare che hanno intonato cori inneggianti ai vincitori, botte di “Grazie Marola” e “Non vincerete mai”. Insomma, tutto come da copione: tifo, colori, lacrime di gioia e di dolore. Sì, perché per la gente delle borgate il Palio prende testa, cuore e pancia, da vivere col corpo e con l’anima. Tutto come da copione tra il pubblico ( forse meno numeroso rispetto alle passate edizioni) e sul palco delle autorità, presenti i sindaci di Spezia, Lerici, Porto Venere, assessori, prefetto, ammiraglio, direttore di Carispezia, presidenti delle Autorità portuali di Spezia e Genova, di Confindustria. Prima assoluta per il senatore del Partito democratico, Massimo Caleo, che, da sarzanese verace, non aveva mai assistito a un Palio del golfo. «Tutt’al più ho fatto un giro in barca ai Bozi di Saudino, ma remando in tondo», ha commentato ridendo. Amerigo LUALDI

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IL BORGO IN FESTA:«ABBATTUTO UN ALTRO PEZZETTO DI MURO»

«NON ce la faccio a seguire la gara. Mi emoziono troppo. Così sono stata qui. Mi hanno telefonato adesso, aspetto la festa con la borgata». La signora ha due figlie che si stanno per sposare e un palio del Golfo in più. Inatteso come un ospite che bussa a mezzanotte ma che alla fine porta la festa. È nell’area verde di Marola. Dove c’è la sagra del raviolo e campeggia la scritta il “Raviolo di Successo” che sembra quasi un oracolo scritto su misura. «I ragazzi poi vengono qua – dice Augusta -e scatta la festa tutti insieme, perché quello che conta è quello», mentre fa la conta dei piatti che mancano e dà il via libera al taglio del pane. Sono le 21,30 in punto. Alle finestre ci sono già gli stendardi. Arancio e granata. Si fanno vedere e puntano lo sguardo verso il golfo dove «dei ragazzini hanno stupito tutti. Dai giovani, dove gareggiavano fino a qualche tempo fa a fare l’impresa che ho visto in televisione ci vuole grinta e stoffa», dice Agostino Giacchè, marolino doc di 83 anni, che adesso per colpa della banda terribile non sa come fare con il suo modellino di gozzo del palio.«Ho finito gli spazi dove mettere i titoli – dice – è davvero un bel problema. Ma ho risolto, la scritta 2013 la metterò sotto», spiega. Anche lui aspetta la barca e tira un respiro di sollievo perché la rabbia estiva per colpa anche di Caronte che non fa dormire se n’è andata. Poteri terapeutici e taumaturgici della vittoria nella disfida remiera. «Oggi ero nero più del berretto di un prete poi quando ho visto che abbiamo fatto è diventata la giornata più bella», spiega. Insomma non succede ma se succede si è ripetuto «rimetto il bandierone nella terrazza di casa di mia figlia qui a Marola. Tanto l’ho già fatto in quella che ho in centro dove sto adesso». Ed è successo. E succederà che si farà anche la festa bis. In programma venerdì sera mentre Maria Grazia Carrara è una delle mamme dei golden boy marolini. «Terra di vogatori -dicono all’area verde – visto che li abbiamo anche in altri equipaggi ». Ma mamma Maria Grazia sventola la bandierina e ha il sorriso della letizia. È stata tutto il giorno alla Morin. Ha visto da vicino la vittoria sotto la canicola e gli spintoni e i botti dei tifosi.«Ma come si fa – dice – in televisione si soffre ancora di più e poi lì c’è mio figlio. Viva il Marola. Viva l’equipaggio che dagli Junior ha sbaragliato anche i maggiori e soprattutto il Fezzano». E sì, l’odiato rivale bianco verde, vicino di sponda ponentina del golfo dei Poeti e dei vogatori e insieme a Cadimare sfidante degli sfidanti. «Ci hanno telefonato per farci i complimenti», riprende Augusta. «Perché alla fine i borgata tori sono sportivi – osserva – siamo tutti uguali e quando finisce la gara c’è solo voglia di fare festa. Se vogliono possono anche venire qui con noi». Quasi il terzo tempo del remo mentre si accendono le luci del parco. Che sono arancioni e davanti a porta Marola si sono più motorino che alla fabbrica della Piaggio. Accendono i clacson. C’è chi fischietta. Chi a piedi e cerca aspetta e vuole vedere la barca vincitrice. Il carosello parte e sotto l’occhio vigile e contento di Gianni Cargiolli il capo borgata si lecca i baffi di una vittoria inattesa e che sa di gol al 95’ in rovesciata. «Non è retorica ma di pali ne ho visti tanti -dice Cargiolli – ma questo mi ha fatto venire la pelle d’oca». È la vittoria dei ragazzini coraggiosi. I baby vogatori. Davide che sconfigge Golia. È questa l’aria che si respira a Marola mentre c’è chi dice che «gli aranciogranata hanno buttato già un altro pezzettino di muro di cinta. Questa vittoria vale anche per quello », dicono all’area verde. Marco TORACCA

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«Fezzano vincente alla Morin» E’ il pronostico dei capiborgata

PRONOSTICI facili ma spesso scaramantici da capi borgata e presidenti delle 13 borgate sui vincitori del Palio. «Se non sbaglia niente la vittoria è del Fezzano, ha dimostrato un’assoluta superiorità – spiega Marco Greco, Lerici – per la gara femminile le nostre hanno qualche cosa in più, bisognerà vedere se riescono a esprimerlo, negli junior vedo favorito Canaletto ma può succedere di tutto». «Mi auguro vinca il Fezzano – dice Irene Lombardo, Venere Azzurra – è un bell’equipaggio. Tra le ragazze penso al Lerici e per gli junior al Porto Venere. Per il nostro armo senior il centro classifica sarà un bel risultato». «Il Fezzano è il favorito, ha vinto tutto – aggiunge Matteo Passalacqua, San Terenzo – negli junior sarà una lotta a tre tra Canaletto, Portovenere, Le Grazie, lotta a due tra Lerici e Crdd nel femminile, ma anche noi puntiamo al podio con il Canaletto». «Anche se siamo i favoriti faccio scaramantici scongiuri – spiega Orietta Vanacore, Fezzano – negli junior la gara è aperta, potremmo salire sul podio. Nelle ragazze vedo motivato il Crdd». Una curiosità: la barca del Fezzamo «è tanto bella» che è stata battezzata “Belen”. «Vince il Fezzano – è anche il parere di Susanna Oddi, Fossamastra -non c’è niente da fare o da dire, per gli junior spero vincano Le Grazie, nelle ragazze vinceremo noi». «La vittoria sarà del Fezzano o solo lui potrà perderla – sottolinea Alessandro Busoni, Le Grazie – ma anche il Porto Venere sarà competitivo, per gli junior tra i favoriti ci siamo anche noi e nel femminile solo il Lerici può perdersi la gara». «Se il Fezzano perde il Palio sarà solo per suo demerito, a oggi non ha rivali – aggiunge Roberto Inserra, Cadimare – anche se Marola, Portovenere e Muggiano daranno battaglia. Per gli junior contavamo di essere tra i primi e nonostante un recente infortunio ci batteremo con Porto Venere, Canaletto e Muggiano. Per le donne penso al Lerici ma le ragazze del Crdd hanno qualche cosa in più». «Il Palio è aperto, anche noi speriamo di far bene – dice Francesco Costa, Crdd -con gli junior abbiamo fatto la miglior prestazione stagionale e con le ragazze ci giochiamo il primato e cercheremo di spuntarla». «Quella del Palio è una gara a sè ed anche chi ha sempre dominato come il Fezzano può soccombere – dice Massimo Tortorelli, Muggiano – Porto Venere e Marola possono dare battaglia. Ma ci saremo anche noi: arriviamo al Palio al massimo della forma. Tra gli junior vedo 4-5 armi con pari possibilità di vittoria, nel femminile Lerici è in testa ma il Crdd ha maggior esperienza ». Lapidario Roberto Ribolini,Porto Venere. «Nei senior e negli junior vinceremo noi, siamo i più forti. Tra le ragazze il Crdd». «In partenza eravamo i più forti – spiega Luigi Elis Stakaj, Tellaro – poi un lutto e il crollo del morale, ma speriamo ancora di salire sul podio. Tra gli junior mi piace il Marola, per le ragazze non mi sbilancio». «Stando alla stagione il Palio lo può perdere solo il Fezzano – spiega Paolo Dini, Canaletto – tra gli junior speriamo di vincere lottando con Porto Venere e Le Grazie, tra le ragazze ce la giocheremo tra quattro equipaggi ». Per il Canaletto una tre giorni di riti scaramantici prepalio. «Vinciamo noi –sottolinea Gianni Gargiolli, Marola – Per gli junior puntiamo al podio, tra le donne una bella lotta, penso che il Lerici la spunterà anche se il cuore direbbe Crdd visto che la maggior parte delle vogatrici sono di Marola». Pierangelo CAITI

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Le borgate sfilano tra 50 mila spezzini

ANDAMENTO lento, ma spettacolare. Le borgate marinare hanno dato fondo alla creatività e alla passione per offrire ai cinquantamila spezzini che hanno fatto ala alla sfilata del Palio uno spettacolo che ha divertito, coinvolto, strappato applausi convinti. Alle 21 in punto il via con in testa al lungo corteo di circa 1.400 tra atleti, dirigenti, borgatari, e musici, la banda della Marina Militare, i gonfaloni dei tre comuni del Golfo: La Spezia, Lerici e Portovenere, lo striscione del Comitato delle Borgate, i rappresentanti della Lega Canottaggio Uisp e della Giuria e le tredici borgate in ordine di arrivo al Palio del Golfo dello scorso anno, con una ventina di carri e quattro bande musicali. Ad aprire il corteo delle borgate il Lerici con i due Palio vinti lo scorso anno ed una sfilata impostata sul ricordo della conquista del Nastro Azzurro avvenuta 80 anni fa da parte del transatlantico Rex guidato dal lericino comandante Tarabotto. Subito dietro Canaletto che difende le sue otto vittorie della sfilata e risponde alle accuse mai sopite di brogli, con una sfilata di ladri di ogni livello di evidenti progenie canarine: da Prometeo che ruba il fuoco degli Dei dell’Olimpo per illuminare viale San Bartolomeo a Robim Hood, il bandito della Maggiolina, ad Alì babà e i 40 ladroni, alla banda Bassotti, ad Ulisse ed al suo cavallo di Troia, per poi arrivare ad Al Capone ed ai suoi gangester ed alle sue ragazze ballerine di Charleston. Semplice la sfilata del Fossamastra che proietta un filmato sul Palio degli anni passati tra il tripudio delle bandiere di tutte le borgate. Maturità del “raviolo di mare” tipico della sagra marolina nella sfilata del Marola aperta dal palio junior vinto lo scorso anno e con i prodotti e le fasi della preparazione e grandi e piccini che lavorano alla realizzazione mentre chiude lo chef con il grande pentolone di cottura. La torre Eiffel, Buchingam Palace, il Carnevale di Rio ed addirittura un artico igloo tra i carri del Cadimare, tutti contornati da gruppi folk adeguati. E’ questo l’ipotetico giro del mondo dei Cadamotti ma poi le cose più belle sono quelle di casa mostra (carro con la torre di Pisa),e il cuore resta a Cadimare. I 900 anni della storia delle sue mura nella raffigurazione di Portovenere, con le diverse fasi della costruzione mentre le massaie del borgo producono pane per i lavoratori. E si rivedono tante belle ragazze in bikini per cui Portovenere è sempre stata famosa. Il transatlantico Costa Classica, via dell’amore e i castelli di Lerici e di Portovenere e le specialità gastronomiche delle Cinque Terre (acciughe e sciacchetrà) per i tanti croceristi che si stanno riversando sul Golfo, nella raffigurazione del Muggiano. Produzione di olio e vino, salatura delle acciughe, raccolta dei muscoli “l’oro nero del Golfo”, pasta al pesto e farinata, nella sfilata del Fezzano che si chiude contante piccole tavole imbandite. “Questo Palio è un Inferno” è il tema conduttore delle Grazie che vede i vincitori in un girone dantesco in cui l’ultimo gradino è quello della borgata con il maggior numero di vittorie: il Cadimare che quindi più di altri si è venduto l’anima al Diavolo dopo essere stato traghettato da Caronte tra le anime dannate. I vari temi della canzone di Giovando “O Bela Spesa” al centro della sfilata del Crdd che si apre con la gondola che ricorda Venezia. La storia della nascita del paese nel ricordo di San Terenzio che gli diede il nome nella suggestiva produzione di Portiolo/ San Terenzo che si gemella con la Scozia del Santo e sfila con due autentiche cornamuse, una suonata dal famoso virtuoso Pietro Malaguti. Ancora una nuova edizione della leggenda del polpo per Tellaro che rievoca la seicentesca leggenda di quando, aggrappandosi alle corde delle campane le suonava a distesa per svegliare gli abitanti subito accorsi a respingere una assalto di pirati saraceni. A concludere la Venere Azzurra con una celebrazione della sua spiaggia libera ricca di mare,sole, sdraio e ombrelloni, riscoperta quest’anno da centinaia di persone. Pierangelo CAITI

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Porto Venere corre e sogna una doppietta

È DAL 1977 che il Porto Venere non riesce a conquistare il palio: sono36 anni dall’ultimo successo e questa 88a edizione potrebbe rappresentare l’occasione giusta per riportare il gonfalone a casa della borgata biancorossa. E magari con un bis per gli junior, la vera sorpresa di questa stagione. «L’entusiasmo è alle stelle – dice il capo borgata Roberto Ribolini – ma il paese sta vivendo un momento di “silenzio agitato” perché si sta cercando di non caricare i ragazzi di troppa pressione. In molti sono già contenti e sostengono che abbiamo già fatto tanto, ma noi sappiamo che possiamo e dobbiamo fare ancora di più e domenica lo dimostreremo. Paolo Lavalle – prosegue – è la nostra arma in più, un grande motivatore oltre a un ottimo allenatore». L’equipaggio senior è stato costruito per vincere. A bordo vogatori noti e apprezzati, tra cui un plurivincitore, Fausto Sassi, il pruista. Fausto ha alle spalle sei vittorie: la prima nel 1997 con il Fezzano; tre successi li ha ottenuti a bordo del Marola (2001, 2005 e 2006). È poi autore delle ultime due vittorie, due anni fa con il Muggiano e lo scorso anno con il Lerici. Il capovoga è Alessio Nardini, vogatore apprezzato da tutti e reduce del buon secondo posto ottenuto lo scorso anno a Canaletto; i centrali sono Riccardo Muzzi e Gabriele Pindaro, entrambi protagonisti di due stagioni positive, anche se finite male, rispettivamente a Fezzano e a Marola. Al timone il figlio d’arte, Francesco Lavalle. ù«Inutile non ammettere – interviene Sassi – che da qualche gara ci aspettavamo qualcosa in più, però c’è da dire che la nostra preparazione è mirata al Palio. Il Fezzano è una bella barca, penso però che domenica riusciremo a metterla in difficoltà. Il loro vantaggio è che hanno il morale alle stelle, ma se noi rimaniamo concentrati possiamo farcela». Il Porto Venere non è infatti riuscito ad aggiudicarsi nessuna vittoria durante le prepalio, masi è praticamente sempre alternato tra il secondo e il terzo posto, dimostrandosi uno tra i principali avversari del Fezzano. Ad allenare questi ragazzi c’è Paolo Lavalle. «Sono convinto – dice l’Imperatore – che domenica faremo bene. Il Fezzano ha dimostrato di possedere un ottimo valore. A bordo ci sono vogatori che hanno vinto dei palii con me e so quanto valgono; il mio equipaggio è invece costituito quasi totalmente da ragazzi. Abbiamo lavorato tanto sull’assetto della barca, cercando di capire come rendere al meglio. Questi ragazzi saranno sicuramente il futuro del Palio, e non escludo che da Domenica possano diventarne già il presente. Non abbiamo ancora vinto niente, ma abbiamo dimostrato di poterlo fare». Le speranze riposte nell’armo junior non sono da meno. I giovani ragazzi del Porto Venere hanno vinto tre gare, duellando quasi sempre con il Canaletto, equipaggio con cui il 4 agosto combatteranno ad armi pari. A bordo Andrea Faggioni, Gregorio De Luca, Daniele Carpena e Alessandro Greco, timonati da Luca Maesano.«Siamo più che soddisfatti dai risultati ottenuti in questa stagione – dice De Luca – le aspettative in partenza erano un po’ più basse, perché siamo solo al secondo anno, e invece ce la giochiamo per vincere. Gli avversari principali sono Canaletto, Le Grazie e Fezzano, ma il Muggiano e il Cadimare sono due equipaggi da non sottovalutare». I ragazzi hanno iniziato a vogare tutti e quattro insieme lo scorso anno, sono molto giovani e hanno ancora a disposizione due anni in questa categoria. «Punteremo a vincere, ma lo faremo con la tranquillità di avere davanti ancora due anni da junior. Per molti dei nostri avversari quello in corso è infatti l’ultimo anno in questa categoria. Inizialmente – sostiene Bello – ci eravamo posti l’obiettivo di avvicinarci al podio, invece abbiamo dimostrato di essere all’altezza dei nostri avversari. I ragazzi si sono allenati veramente bene e abbiamo raccolto risultati più grandi di quelli che ci aspettavamo all’inizio. Domenica scenderemo in mare per conquistare il Palio » Selene RICC

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L’Armo del Tellaro quest’anno è al via con i senior e le donne

L’Armo del Tellaro esordisce nella stagione remiera del 1954 con l’equipaggio composto da: Sarbia Nando, Poggi Vittorio, Stretti Felice, Ferrari Ignazio, tutti diciassettenni come timoniere c’era Sarbia Mario e conclude la gara con un sorprendente terzo posto a quindici secondi dal vincitore Portovenere. Nei decenni ‘50 e ‘60 per l’armo non è un periodo buono, mediamente si piazza al decimo posto, con una punta del quarto posto nel 1965. Il periodo migliore per la Borgata arriva a cavallo degli Anni ‘70 quando colleziona consecutivamente quattro terzi posti (1969, 1970, 1971, 1972). Nel 19 73 arriva il risultato insperato: l’armo di Tellaro con l’equipaggio composto da Walter Varese, Bartolomeo Cabani, Giovanni Battistelli, Nicholas Holdswort e dal timoniere Gino Maricanola, vince il “Palio del Golfo”, dominando l’intera stagione. L’armo rimarrà competitivo ancora per un anno per poi nelle parti basse della classifica. Nel 1989 muore prematuramente Giovanni Battistelli, uno della grande impresa del 1973, e l’anno successivo la Borgata prenderà il suo nome. Nell’ultimo decennio non è più riuscita a formare un armo competitivo, anche se nel 1999 ha presentato tutte e tre le imbarcazioni Senior, Junior e Femminile. PALMARES La Borgata Tellaro ha trionfato una sola volta al Palio del Golfo con l’equipaggio senior nel 1973. CONSIGLIO DIRETTIVO Presidente: Maura Novelli. Vice Pres.: Bruno Menegatti. Segretario: Brunella Fiori. Capo Borgata: Luigi Elis Stakaj. Tesoriere: Ida Cabani. Responsabile Attività Sportive: Luigi Elis Stakaj Responsabile Manifestazioni: Alberto Varese Addetta Stampa e Propaganda: Monica Paganini. Responsabile Tecnico: Alessandro Venturini Allenatore Senior: Simone Calamati. EQUIPAGGIO SENIOR 1° Remo: Matteo Gambirasio. 2° Remo: Alfonso Conte. 3° Remo: Fabio Scantamburlo. 4° Remo: Paolo Da Pozzo. Timoniere: Lorenzo Da Pozzo. EQUIPAGGIO FEMMINILE 1° Remo: Letizia Capineri. 2° Remo: Sara Viani. 3° Remo: Silvia Figoli. 4° Remo: Elisa Agnetti. Timoniere: Francesco Bella.

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Focus su San Terenzo, presente dalla prima edizione

San Terenzo e il Palio del Golfo si accompagnano già dalla prima edizione: era il 1932 quando con una barca di nome Armida si piazzarono in ultima posizione; si diede colpa allo scafo poco competitivo e grazie a una colletta popolare nel 1935 venne costruita una barca nuova. Erano gli anni delle innovazioni, delle trasformazioni dalle barche da pesca in scafi da regata. Nel 1937 l’equipaggio santerenzino si piazzò al secondo posto rendendo la vita durissima al Cadimare. Dopo i brillanti anni trenta il San Terenzo finì nella mediocrità. Era l’agosto del 1945 e quel Palio, causa il bombardamento della passeggiata Morin, fu corso proprio a San Terenzo, a voler incominciare subito, fu il patron del palio Angelo Maioli: a trionfare in quell’edizione fu proprio l’armo di casa. A quella prima vittoria di sessanta anni fa, ne è seguita solo un’altra, quella del 1964. Per tornare protagonisti i biancoverdi devono aspettare la metà degli anni ‘80. Poi una nuova fase di declino e alla metà degli anni novanta, pur con equipaggi che in mare non riescono a ottenere risultati brillanti, attorno alla borgata si raccoglie un manipolo di borgatari si decide di puntare sulla sfilata. Nel 1993 si piazza al terzo posto, ricordando il soggiorno del poeta Percy Bisshe Shelley e l’anno dopo, ottiene un meritatissimo successo rievocando con grande gusto e splendidi costumi una delle pagine più tristi della storia del paese: lo scoppio di Forte Falconara del 28 settembre 1922. Nella sfilata i biancoverdi santerenzini sono protagonisti per molti anni e sul podio ci finiscono col secondo posto del 1998 e il terzo del 2001 e 2003; in mare invece la passione si affievolisce e l’ultimo piazzamento di prestigio è il secondo posto del 1990 e poi una serie di partecipazioni per onor di firma o poco più. Da circa un paio d’anni, grazie a un gruppo di giovani del posto, si sta cercando di ridare un volto alla borgata. Impossibile dimenticare il personaggio che ha tenuto in vita per molti anni e con non poche difficoltà la borgata, Dismo Mencacci: è stato l’anima della società sino al 1997. Alla manifestazione remiera ha dato tantissimo anche se Dismo non era caratterialmente un uomo da prima fila; nel consiglio delle borgate e in federazione era autorevole e ascoltato ma allo stesso tempo riservato, una figura di grande sportivo che merita di essere annoverato tra i pochi grandissimi che anno contribuito a fare la fortuna della manifestazione remiera.

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Marola scommette sugli junior 2012 per il colpo alla Morin

LA BORGATA del Marola punta sui giovani, sia per quanto riguarda l’equipaggio junior, sia per quello senior. E alla luce dei risultati, una scelta migliore non era forse possibile farla. Il Marola sta riuscendo a dimostrare che si può essere forti e competitivi anche con un equipaggio senior composto da ragazzi al primo anno in questa categoria e che a volte la grinta e l’entusiasmo contano di più dell’esperienza e dei successi ottenuti. «I nostri sono equipaggi giovanissimi e di prospettiva –dice il capo borgata, Gianni Cargiolli – sapevamo che i nostri senior avrebbero fatto bene e la nostra consapevolezza è stata confortata dai risultati ottenuti, che si sono rivelati al di sopra delle più rosee aspettative. Siamo felici anche per gli junior, i cui progressi e miglioramenti sono stati eccezionali. Un’altra cosa a rendermi davvero orgoglioso è che tutti e tre i nostri allenatori sono di Marola e la loro competenza e capacità è più che comprovata». Nessuno aveva mai dubitato del potenziale dell’equipaggio senior, ma probabilmente nemmeno loro stessi si aspettavano di giocarsi il Palio già al primo anno. La storia del capovoga Gianni Carrara, del secondo remo Nicholas Vischio e del pruista Diego Maddaluno è la stessa ed è ormai nota a tutti. Sono amici da sempre, tutti di Marola e iniziarono a vogare nel 2009, con il Crdd. Nel 2011 si imbarcarono nella borgata del loro paese, e quello fu l’anno del primo trionfo. Senza aver mai vinto nessuna gara, si aggiudicarono la vittoria più importante. L’anno scorso replicarono il successo, mancando il record per una manciata di centesimi. Insieme a loro, lo stesso cammino, lo ha percorso Antonio Moscon, che ora fa il tifo per i suoi amici ed ex compagni. «Siamo come fratelli e la lontananza dalle gare e dalla voga ha reso questo addio ancora più doloroso». Dopo le grandi soddisfazioni ottenute nella categoria junior, la borgata ha deciso di confermarli anche nei senior. A bordo ora c’è anche Nunzio Ianò, che ha sostituito Moscon. Ianò è il terzo remo e per la prima volta voga dispari; l’anno scorso era infatti il pruista del Muggiano. Al timone la marolina Elisabetta Giunti, figlia di uno dei due allenatori, Emilio Giunti. A seguire questi ragazzi c’è anche Sergio Silvi. «Da sempre ci siamo allenati per vincere – dichiara Vischio – ma la vittoria la consideravamo un sogno, e non un qualcosa di realmente possibile. Nel corso della stagione però i risultati sono arrivati, i tempi in allenamento c’erano; il successo a San Terenzo e tutti gli altri risultati positivi ci hanno così permesso di prendere consapevolezza che anche noi domenica ci batteremo per vincere. Tutti ci stanno dando fiducia; certo ci manca l’esperienza, ma la grinta, l’amicizia e l’entusiasmo sono il nostro punto di forza». Non può che essere soddisfatto anche il loro allenatore, Emilio Giunti: «Questa stagione ha meravigliato anche noi. Credo che il risultato minimo che possiamo fare è quello di arrivare secondi. Il Fezzano è il favorito e se mantiene il suo colpo sarà dura batterlo, ma noi gli staremo dietro fino all’ultimo. Il Porto Venere invece, non mi dà grande fiducia». Gli junior sono in assoluto i ragazzi più giovani che quest’anno parteciperanno al Palio del Golfo, due di loro sono nati nel 1995, e altri due nel 1996. Nonostante l’età stanno infastidendo non poco equipaggi sulla carta più competitivi. A bordo William Proli, Jacopo Legge, Francesco Vanni e Flavio Moscon, tutti al primo anno di voga. Al timone Alessandro Campoli. «All’inizio non avevamo grandi aspettative – dichiara Legge – puntavamo ad arrivare a metà classifica, ma visto come sono andate le gare, ambire al podio è più che legittimo». Ed effettivamente i due quarti posti ottenuti a Marola e a Muggiano lasciano ben sperare. «A Marola ci trattano benissimo – prosegue Legge – Il prossimo anno ci piacerebbe rimanere e l’obiettivo sarà la vittoria». Interviene anche l’allenatore, Bruno Cacciavellani: «L’equipaggio si è composto strada facendo. I risultati sono stati un po’ altalenanti, ma nel complesso positivi. Non abbiamo niente da perdere e questo potrebbe giocare a nostro favore». Selene RICCO

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Quattro veterani fanno sognare il borgo di Tellaro

NEGLI ultimi decenni il Tellaro guidato da Maura Novelli ha sempre partecipato al Palio con ambizioni molto modeste. La borgata ci teneva a essere presente, a continuare ad esistere al costo di affrontare e superare grandissime difficoltà. Un anno fa addirittura c’era il rischio che il Tellaro dovesse dare l’addio al mondo del Palio, ma in questa stagione ha dimostrato di potersi rimettere in gioco. Quest’anno infatti il Tellaro scenderà in mare con due equipaggi: quello senior e quello femminile. Sull’armo senior sono riposte speranze davvero ambiziose; a bordo vogatori titolati, forti e conosciuti in tutto il golfo, che stanno provando a far tornare l’entusiasmo del Palio anche in questo piccolo paese incastonato tra gli ulivi e la scogliera. «Per noi si tratta di una sfida – commenta Paolo Da Pozzo, il pruista dell’armo senior –è una scommessa che abbiamo fatto per cercare di tirare un po’ su questa borgata. Non è da tutti fare una scelta del genere. A Tellaro ci mettono molto impegno, ma non è una borgata numerosa e dobbiamo fare i conti con tante difficoltà», conclude. Non era invece in programma che ci fosse l’equipaggio femminile, ma a seguito di alcune vicissitudini, quattro ragazze che prima vogavano nella Venere Azzurra, si sono ritrovate senza borgata e il Tellaro le ha gentilmente accolte permettendo loro di provare l’ebbrezza del cimento alla Morin. Matteo Gambirasio, Alfonso Conte,Fabio Scantamburlo e Paolo Da Pozzo, timonati da Lorenzo Da Pozzo, uniti da una grande amicizia, hanno così deciso di aiutare il paese a competere in maniera seria all’88 edizione. Tutti e quattro hanno già vogato e vinto insieme diversi palii. Ad aver conquistato più volte il successo è il pruista, Da Pozzo,che vinse per tre anni di fila, a Marola nel 2002 e nel 2003 e a bordo del Fezzano nel 2004. È tornato poi a vincere quattro anni dopo, con il Muggiano. Tre palii sia per Gambirasio, per Conte, che per Scantamburlo. Il capovoga ha conquistato il successo a bordo del Fezzano, nel 2004 e sul Cadimare nel 2007 e nel 2010. Il secondo remo vinse nel 1999 e nel 2007 sempre con il Cadimare e nel 2009 a Canaletto. Il terzo remo si aggiudicò due volte la vittoria con il Muggiano nel 2008 e nel 2011, e l’ultimo trionfo è quello ottenuto l’anno scorso, con il Lerici. Inutile dire che le aspettative erano però differenti rispetto ai risultati ottenuti. Partiti con un ottimo terzo posto, hanno peggiorato la loro posizione in classifica strada facendo e probabilmente nemmeno loro riescono a spiegarsi il motivo di questo calo. Ovviamente la gara che vale è solo una, e in quell’occasione si annulleranno tutti i risultati ottenuti durante le prepalio e il Tellaro lotterà per conquistare la vittoria, anche perché quel che è certo è che il valore di quest’equipaggio non è mai venuto fuori e potrebbe esprimersi al meglio proprio quel giorno. “La stagione non sta andando come speravamo – interviene ancora Da Pozzo – ci sono stati tanti problemi, ma cercheremo di dare tutto nella gara che conta. Sappiamo che non sarà facile, il Fezzano è fortissimo, ma ci proveremo”. Anche l’allenatore, Simone Calamati, ci crede e ha fiducia in quest’equipaggio: «La gara migliore speriamo di farla al Palio. Noi ci crediamo, anche se i nostri avversari sono molto forti; ma l’equipaggio c’è e cerchiamo di affrontare tutto con molta tranquillità, augurandoci quel giorno di sorprendere tutti». Una storia davvero complicatainvece è quella delle ragazze a bordo dell’armo femminile. Letizia Capineri, Sara Viani, Silvia Figoli ed Elisa Agnetti, allenate da Giuseppe Iaccarino, hanno cambiato borgata durante la stagione. Sono le stesse ragazze che lo scorso anno, a pochi giorni dalla gara decisiva, avevano costruito l’equipaggio sulla Venere Azzurra per onorare il Palio anche con la loro presenza. La volontà era quella di riprovarci insieme sempre sulla barca numero 12, ma a seguito di problemi e contrasti ancora non del tutto chiari con la società, le ragazze decidono di sbarcarsi cercando disperatamente un’altra borgata favorevole ad ospitarle. Il Tellaro si è reso disponibile per farle gareggiare, la Venere ha acconsentito e il Marola si è offerto per ospitare la barca gentilmente prestata dal Fezzano. Grazie quindi alla solidarietà e all’aiuto di tanti, anche loro potranno partecipare all’88’ Palio. «Siamo più tranquille –dichiara la capovoga – e speriamo di migliorare. Il clima è diverso, ci troviamo molto bene. Riusciamo ad allenarci con più serenità e cercheremo di fare una buona gara».  Selene RICCO

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Il Muggiano punta sull’affidabilità dell’usato sicuro

COSÌ come lo scorso anno, il Muggiano si presenterà alla Morin con due equipaggi, junior e senior, entrambi con grandi ambizioni. Quelle maggiori sono forse riposte nei senior, i quali soprattutto durante la metà della stagione si sono avvicinati molto all’obiettivo, senza però mai centrarlo. Gli juniores si sono piazzati il più delle volte al quinto posto, ma nelle ultime gare hanno dimostrato una grande crescita, riducendo drasticamente il distacco dai diretti avversari e potendo quindi permettersi di sperare in qualcosa di più. L’armo senior è composto da vogatori esperti e quasi tutti già titolati. Il capovoga è Gabriele Batoni, un affezionato di questa borgata, nella quale voga dal 2005 e in cui ha vinto ben due palii, nel 2008 e nel 2011. Anche i centrali sono gli stessi della scorsa edizione e sono Luca Savi e Mirco Lubrano, entrambi con un successo alle spalle: Savi vinse nel 2011, insieme all’attuale compagno Batoni e Lubrano a Cadimare, nel 2007. Sulla prua Fabrizio Vivaldi, che arriva dal Porto Venere. Al timone Marilena Cerliani. Nonostante i risultati positivi ottenuti durante l’anno, l’esito delle ultime gare non ha convinto. «Non c’è stata una domenica tranquilla – dichiara Savi – ogni gara è sempre stata compromessa da qualcosa. Al Palio l’obiettivo è ovviamente quello di vincere, anche perché le gare affrontate a seguito di una settimana di allenamenti meno pesanti, sono andate bene. Il Fezzano è l’equipaggio da battere, ma anche Porto Venere e Marola stanno dimostrando grandi cose. Il Marola ha soprattutto il morale molto alto, e potrebbe approfittare dell’eventuale errore di qualcuno. Non sottovalutiamo nemmeno il Fossamastra, perché è un equipaggio che ha sempre dimostrato di venir fuori alla fine ». Soddisfatto solo in parte, l’allenatore, Giorgio Lencioni: «Puntiamo a vincere, gli obiettivi sono rimasti quelli che ci eravamo posti all’inizio della stagione, ma speravamo di fare molto meglio. Eravamo convinti di poter ottenere ben altri risultati. In ogni caso, considerate le prove fatte in allenamento, siamo consapevoli di avere delle grandi prospettive di miglioramento. Allo stato attuale sono tre le barche davanti a noi e che dobbiamo battere e sono Fezzano, Porto Venere e Marola; da quest’ultimo sono rimasto particolarmente sorpreso». L’equipaggio junior, al contrario, si è formato molto tardi, verso fine febbraio. Fino alla gara di Cadimare i ragazzi si sono posizionati quasi sempre al quinto posto, ma nell’ultimo periodo hanno dimostrato di poter ambire a piazzamenti più prestigiosi. A bordo Filippo Barilari, Luca Castellani, Mattia Ricciardi, Michele Di Maggio, timonati da Alice Berlenghi. Il pruista, Michele Di Maggio, voga a Muggiano da tre anni, così come la timoniera, ed è quindi uno dei protagonisti della brillante stagione dello scorso anno; il Muggiano infatti aveva tutte le carte in regola per potersi giocare il palio, ma si è dovuto accontentare del secondo posto. Barilari e Castellani arrivano invece da Fezzano e hanno alle spalle anni di voga. Ricciardi invece, ha iniziato l’avventura del Palio solo quest’anno. Escluso il capovoga, che passerà senior, gli altri sperano di poter continuare a vogare insieme anche il prossimo anno. «Inizialmente speravamo di superare il maggior numero di barche – interviene Di Maggio, il pruista – e a causa anche della mancata preparazione invernale, non avevamo grandi aspettative, ma gli ultimi risultati hanno certamente aumentatole nostre ambizioni. Speriamo di riuscire a classificarci tra i primi tre». Obiettivi più che legittimi, specie dopo l’ottimo secondo posto alle Grazie. «Siamo partiti tardi –dice il tecnico Matteo Mancini – e ci siamo allenati poco insieme, anche a causa di impegni universitari. La vera preparazione è iniziata a giugno; nonostante questo siamo riusciti a migliorare i tempi. Il Palio è una gara secca su cui incide anche la fortuna. Ci sono tante barche che arrivano in pochissimi secondi; è una gara in cui dal buttarsi in acqua al piangere per la disperazione è un attimo». Selene RICCO

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