Il Palio del Golfo è del Muggiano
“CUCÙ cucù, il Palio è rossoblù”. Lo cantavano i tifosi del Muggiano quando il Palio lo acchiapparono per la prima volta nella storia della gloriosa società Ringressi. Era il 1991, giusto vent’anni fa. E, ieri, lo staff dello storico patron Duilio Ruggieri ha fatto il tris. Sì, perché tra il primo e l’ultimo successo, il Muggiano ha trionfato anche tre anni fa, nell’edizione 2008. Un triplete in qualche modo annunciato ché l’armo guidato da Gabriele Batoni era tra i favoriti insieme al Marola, al Fezzano, al Canaletto. I soliti, tanto per gradire, con il Fossamastra nel ruolo di outsider. E, infatti, i biancocelesti sono arrivati secondi dopo aver dato del filo da torcere fino all’ultimo a Gabriele Batoni, Luca Savi, Fabio Scantamburlo, Fausto Sassi timonati da Francesca Marchi. Tutte vecchie volpi del remo che hanno praticamente dominato dall’inizio alla fine l’86^ edizione del Palio del golfo col tempo non trascendentale di 11’09’’98. Primi al giro di boa dei 500, sempre primi a 1.000 e ai 1.500. Praticamente un monologo che ha denotato una straripante forma fisica e una tenuta psicologica a prova di bomba. Dietro ai rossoblù, Fossamastra, Fezzano, Canaletto, Cadimare, Le Grazie, Marola, Lerici, Porto Venere, Crdd, Tellaro. Squalificata la Venere Azzurra per aver saltato una boa. Su una Morin al solito straripante di folla e di colori, Lerici tra le donne (con Francesco, figlio di “Mister Palio” Paolo Lavalle come timoniere) e Marola negli juniores hanno degnamente aperto la passerella finale, appannaggio del Muggiano. Nella lunga attesa, intervallata dal lancio dei parà di Comsubin, con un intrigante venticello di libeccio a sostituire l’appiccicosa sciroccata del primo pomeriggio, oltre ai cori e agli sfottò dei tifosi avversari, a vestire i panni di protagonista è stata ovviamente la tribuna riservata alle autorità. E al presidente dell’Autorità portuale (non al sindaco Federici) è toccato l’onore di leggere il testo della disfida remiera. In impeccabile tenuta da yachtman, con camicia candida sbottonata e giacca blu con bottoni dorati, Lorenzo Forcieri, inciampando per la verità su qualche doppia, ha chiamato le borgate alla gara con i remi. Nell’esclusivo parterre, i tre sindaci di Spezia, Lerici e Porto Venere; il presidente dell’Autorità portuale di Genova, Luigi Merlo, e signora (o, se preferite, l’assessore regionale Raffaella Paita e marito); il presidente della Provincia, Marino Fiasella, il direttore di Carispezia, sponsor principe della manifestazione. Eppoi, una sfilza di assessori, consiglieri, rappresentanti delle istituzioni, guidati da prefetto e questore, militari, raccomandati e amici degli amici. Tanti posti ad eccezione di quelli riservati ai mezzi di comunicazione i cui rappresentanti sono stati costretti a d arrabattarsi come al solito. Evidentemente nell’efficiente(?) organizzazione del Comune continua a mancare la volontà di costituire uno spazio-stampa da cristiani. Tra bandiere sventolanti, fumogeni spacca polmoni e botti a sorpresa cinicamente mirati a far prendere degli scossoni agli astanti, l’ 86°Palio è scivolato come l’olio recitando il canovaccio dignitosamente illustrato dal tuttofare Maurizio Viaggi – oltreché presidente della Lega canottaggio della Uisp, è anche addetto alle pubbliche relazioni della Cna, consigliere comunale e segretario regionale del Psi – in veste di speaker ufficiale. Alle 19,30, come da copione, lo sparo dello starter per la gara principale della giornata, attesa per un anno intero dalle dodici borgate del golfo (ha disertato per protesta il San Terenzo). Una gara, come detto, senza storia. Il Muggiano ha subito dato l’impressione di controllare la situazione a piacimento. E pensare che nelle prepalio non aveva strabiliato, al contrario del Marola che ha fatto manbassa di vittorie. Ma, un paio d’ore prima dell’inizio, il presidentissimo, Gianni Cargiolli, pur confermando il suo grande ottimismo, ce lo aveva sussurrato in un orecchio: «Attenzione a Muggiano e Fossamastra». Detto fatto, Muggiano primo e Fossamastra secondo. Ma il buon Gianni non aveva preconizzato il deludentissimo settimo posto dei suoi. Murati vivi, sì, ma dal ciclone rossoblù e da quasi tutti gli altri . AMERIGO LUALDI
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