2014

Fezzano fa paura alle Grazie e ora il Palio si fa più incerto

UN grande Fezzano si impone di misura sulla barca delle Grazie nella gara senior e proprio nelle acque di casa porta via la vittoria ai graziotti riaprendo di fatto sul campo, dopo pretestuosi ricorsi e polemiche, i giochi della 89° edizione del Palio del Golfo che sembravano ormai fatti. Nelle altre due gare nessuna sorpresa in una domenica uggiosa caratterizzata da possibili piovaschi ma con mare calmo, con il solito Crdd nettamente primo nella gara femminile e un Canaletto implacabile in quella junior. Ma vediamo subito i risultati. L’armo femminile del Crdd composto da Claudia Calzetta, Elisa Carpena, Serena Capellini, Martina Schiffini, timoniere Martina De Cesare è arrivato primo nel tempo di 5’41”44 (domenica scorsa a San Terenzo nella gara della Venere Azzurra aveva vinto in 5’50”32, mentre lo scorso anno alle Grazie aveva vinto il Lerici in 5’52”69), secondo Canaletto in 5’44”78, terzo Fossamastra in 5’48”15, quarto Cadimare in 5’51”73, quinto Lerici in 5’53”25, sesto Fezzano in 5’55”79, settimo Le Grazie in 5’56”01, ottavo Muggiano in 5’58”91. Nella gara junior nuovo grande successo del Canaletto di Leonardo Richiusa, Andrea Frascadore, Luca Castellani, Claudio Gori, timoniere Alessandro Bonacorsi che vince nel tempo eccezionale di 5’18”14 (domenica scorsa a San Terenzo aveva vinto in 5’30”37 e lo scorso anno aveva vinto alle Grazie in 5’33”48), secondo il più agguerrito rivale Portovenere in 5’26”47, terzo Cadimare in 5’27”10, quarto Marola in 5’29”20, quinto Muggiano in 5’31”55, sesto Fezzano in 5’32”06, settimo Lerici in 5’35”13, ottavo Fossamastra in 5’35”34, nono San Terenzo in 5’39”53, decimo Crdd in 5’42”09, undicesimo Venere Azzurra in 5’54”38. Ritirato Le Grazie per salto di boa. Nella gara senior per la prima volta sul gradino più alto del podio il Fezzano di Pietro Campigli, Patrizio Pierleoni, Andrea Migliorini, Mattia Danubio, timoniere Emanuele Smecca, sino ad oggi arrivato tre volte secondo e che abbiamo visto allenarsi anche nelle ore più calde della tarda mattinata in prove di partenza a voga arrancata e giri di boa. Il Fezzano è arrivato primo al traguardo dei duemila metri nell’ottimo tempo di 10’48”23, domenica scorsa Le Grazie aveva vinto a San Terenzo in11’09”96, ma lo scorso anno alle Grazie avevano vinto proprio i verdi del Fezzano che stavano dominando la stagione e sarebbero poi crollati nella giornata del Palio ( l’equipaggio di allora era molto simile all’attuale con Daniele Zampieri, Patrizio Pierleoni, Andrea Migliorini e Mattia Danubio, timoniere il solito Smecca), nel tempo molto più elevato di 10’55”59. Secondo Le Grazie in 10’49”67, terzo Marola in10’55”26, quarto Fossamastra in 10’58”21, quinto Canaletto in 11’03”58. A seguire Portovenere in 11’03”97, Crdd in 11’06”76, Muggiano in 11’08”93, Venere Azzurra in 11’09”29, Lerici in 11’13”48, Cadimare in 11’25”77, San Terenzo in 11’29”63. Ritirato Tellaro, vittoria nella combinata al Canaletto. PIERANGELO CAITI

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Lerici vuol essere più forte anche della sfortuna

PIÙ che negativa, una stagione sfortunata. Dei tre equipaggi con i quali quest’anno il Lerici si presenterà al palio, nessuno, per un problema o per l’altro, è riuscito ad allenarsi in modo continuativo. Che l’armo femminile sia tra quelli su cui, la borgata del presidente Marco Greco e del capo borgata Marco Zoccali, ripone maggiori speranze non è certo una novità. Più modeste le aspettative degli equipaggi maschili, ma sempre ambiziose. La stagione senior non è stata particolarmente positiva, ma il nono posto di domenica scorsa è segnale di crescita. L’equipaggio, allenato da Mario Casassa e Tino Brondi, è stato quasi del tutto rivoluzionato dopo lo scorso palio, l’unica conferma è Mattia Cito, a prua. Il capovoga è Marco Venturini, atleta d’esperienza, che ha anche già allenato. Dietro di lui siede Marco Tamberi, un altro vogatore esperto, che lo scorso anno affrontò il palio in maglia gialla. Al terzo Filippo Barilari, al suo primo anno nella categoria senior. I ragazzi sono timonati da Annalisa Mencacci, la nipote di uno dei personaggi che hanno fatto la storia del Palio, e in particolare del San Terenzo, Dismo Mencacci. «Una stagione difficile – dice Cito – perché per tutto l’inverno ci siamo allenati in tre. Poi è arrivato Tamberi a stagione iniziata,ma dopo che si sono interrotti i rapporti con Taraborrelli, siamo nuovamente rimasti in tre poche settimane fa. Ora insieme a noi c’è Barilari, che ha sposato la causa con grande entusiasmo e dedizione. Sappiamo di avere poco tempo – prosegue – ma non ci facciamo abbattere, e siamo convinti che il nostro vero valore verrà fuori il 3 agosto». Malgrado i cambiamenti, la società, comunque, ringrazia anche chi ha lasciato: «Il nostro ringraziamento – dice Greco – va a Riccardo Taraborrelli e al padre Flavio per l’impegno e la professionalità». Quello junior, allenato da Renzo Orsoni e Marco Zoccali, è un equipaggio in forte crescita rispetto all’inizio. A poppa Federico Moggia e Riccardo Lupi, le uniche due conferme. Al terzo remo Nicola Iardella, ex Crdd e sulla prua Manuel De Cola, al suo primo anno di voga. Al timone sempre Annalisa Mencacci. «Abbiamo iniziato ad allenarci seriamente da un mese– dice Lupi –perché i problemi fisici e scolastici hanno ostacolato la preparazione. All’inizio pensavamo di accontentarci del risultato che sarebbe venuto –confessa – ma con le ultime gare abbiamo acquistato fiducia e puntiamo al podio». L’equipaggio femminile, allenato da Marco Greco, è un armo di campionesse, tre di loro, ossia Chiara Lazzoni, Sara Pintus e Sara Galletti, hanno vinto già due palii e detengono il record di 5’55’’08 ottenuto nel 2012. L’unica new entry è Caterina Ruscica, ex Fezzano. Al timone Suamy De Cicco. Il miglior risultato lo hanno ottenuto a San Terenzo, dove sono arrivate seconde, ma di fattole ragazze non hanno ancora avuto modo di confrontarsi realmente con gli avversari, perché ogni gara è stata compromessa. «Pensavamo che la varicella che ha preso la nostra pruista ci condizionasse meno – confessa la capovoga Lazzoni – invece c’è stata una ricaduta e anche la scorsa settimana ci siamo allenate poco e niente. Non siamo mai riuscite a dare il massimo delle nostre possibilità, per questo motivo non ci abbattiamo, e sappiamo che allenandoci senza ostacoli da qui al palio, quel giorno riusciremo a fare una bella gara». Selene RICCO

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Tregua tra le borgate, oggi tutti in acqua alle Grazie

SARÀ lo specchio d’acqua delle Grazie nella baia di Ria a ospitare oggi alle 17, con la gara femminile, la penultima prepalio del Campionato di Canottaggio a sedile fisso Uisp 2014. La gara senior prenderà il via alle 19 con l’armo di casa nella corsia centrale numero 7 che spetta alla borgata che guida la classifica provvisoria di categoria. Ai suoi lati Canaletto e Fezzano, Portovenere e Marola, Fossamastra e Muggiano, Crdd e Lerici, San Terenzo e Tellaro. In settimana, pioggia di comunicati da Comitato delle Borgate e Lega Canottaggio a dimostrazione di quanto stia arricchendosi di pathos l’avvicinamento al Palio del 3 agosto e di quanto crescano aspettative e polemiche. Molte le sanzioni irrogate dal Giudice Unico che ha confermato quella a Paolo La Valle e al Portovenere rigettandone il ricorso (sanzioni e squalifica saranno applicate oggi) e ribadito due giornate di squalifica (oggi e domenica prossima) a Paolo Dini del Canaletto (oltre a 400 euro di multa alla società) per non aver osservato una precedente esclusione dalla presenza in mare durante l’ultima gara. Il Giudice Unico ha invece valutato come efficace l’inibizione dell’armo femminile della Borgata di Cadimare alla regata del 13 luglio stabilendo che la partecipazione regolare alla gara in analisi, da parte dell’armo in questione, sia stata inibita da fatti o cause di colpa, negligenza o dolo non imputabili all’equipaggio dello stesso armo o alla Borgata a cui l’armo fa riferimento e assegnava così all’armo femminile del Cadimare il punteggio medio tra i punteggi regolamenti attribuibili nella giornata di gara in questione pari a 10 punti. Nuove direttive della Lega che dispone come «il cuscino posto a protezione sulla seduta di voga deve essere realizzato solo con gommapiuma tradizionale non ricoperta o imbustata in un unico pezzo». Intanto, riunione urgente tra le borgate riunite in Comitato «per giungere a un punto conclusivo delle discussioni, talvolta poco eleganti e spesso al di fuori della mera questione tecnica, che hanno caratterizzato gli ultimi giorni. Esce come messaggio chiaro e univoco da parte di tutti – dice il presidente del comitato, Massimo Gianello – la volontà delle tredici borgate di garantire la solidità del movimento e di chiarire che le dichiarazioni rese nei giorni scorsi, peraltro spesso a opera di singoli borgatari nemmeno tesserati, non sono mai state volte a offendere né la gente delle singole borgate né gli atleti ne i tesserati tutti». Le questioni tecniche? «Se ne occupa la lega canottaggio, ma rimane solo una questione tecnica, non è interesse né volontà di nessuno trasformarla in ciò che non è, ovvero una questione personale o “di paese”» PIERANGELO CAITI

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Un mattone dopo l’altro: così la Venere Azzurra celebra il castello

L’INGEGNOSITÀ è di casa nella borgata della Venere Azzurra, che dopo aver proposto “Tutti al mare” come tema della sfilata 2013 — con i figuranti in costume da bagno per le vie e le strade spezzine — quest’anno si è cimentata in una scenografia che si preannuncia spettacolare. Entrando nei locali della sede del centro sportivo di Falconara, ritrovo da oltre un mese delle donne e degli uomini impegnati nei preparativi della kermesse, si respira odore di vernice fresca: Irene, Federica, Rossella, Laura, Sara e Mara non sono piegate a cucire o a tagliare le stoffe dei vestiti… si danno alla manodopera, e dipingono quel carro che verrà portato in scena. Con loro Mattia, Ivan, Riccardo (il capoborgata), e Francesco, che si occupano dei lavori più pesanti. Ma se c’è da tagliare il cartone o il polistirolo, le mani femminili si danno un gran daffare. Il cucito è affidato alle anziane del posto, nelle loro case: Natalina, Maria, Luli, Giovanna, «zoccolo della borgata» commenta con simpatia la presidente Irene Lombardo, occhio vigile dei preparativi. Che seguono letteralmente il tema proposto per l’edizione 2014 della sfilata: la Venere Azzurra, “racconterà” al pubblico spezzino la storia del Castello di San Terenzo, come i cittadini hanno voluto difendersi dai pericoli del mare costruendo prima la torre e poi la fortificazione. La responsabile della sfilata, Federica Bruni, tiene a precisare: «Non una casata, non un gruppo di signori dell’epoca, bensì i cittadini hanno arricchito il paese: hanno realizzato le cinta delle mura nel 1200, anche se il primo documento della Repubblica di Genova fa riferimento al 1588 come anno della nascita del castello». Insomma, una storia che verrà presentata nel suo splendore, con l’aiuto dello storico lericino Riccardo Bonvicini, che ha offerto preziose dritte ai borgatari. Durante la sfilata, dunque, il racconto, in diverse fasi, dell’epoca passata, con le tradizioni paesani che precedono il 1200 e quindi con la gente del posto impegnata nella pesca per poi vendere il “raccolto” al mercato di Sarzana. Poi l’arrivo dei pirati, e la costruzione della torre con i mattoni… in polistirolo. Non mancheranno all’opera gli spaccapietra. E infine, la realizzazione della torre…, che sarà “ricostruita” proprio durante la sfilata: “i lavori” del manufatto termineranno infatti davanti alla giuria. Ma non è finita. I borgatari daranno vita anche alle cinta delle mura: ci saranno persone intente a giocare a Tetris che poi, improvvisamente, si piazzeranno davanti alla torre creando una difesa umana. Una grande lavoro, quindi, che verrà inscenato direttamente su strada, per il quale la Venere Azzura sta dando il meglio di se stessa, studiando ogni minimo dettaglio. Oltre 60 i figuranti che si prevedono, con tantissimi bambini vestiti da pirata e altri, invece, che si divertiranno con i giocattoli di una volta, come le bambole di pezza fatte in casa. I materiali utilizzati sono quasi tutti riciclati: «Abbiamo comprato il polistirolo — spiega Federica — nella fabbrica Grafix di Arcola, il cartone lo abbiamo recuperato in giro, dagli avanzi delle ditte della nostra provincia». Un’idea geniale, come quella per recuperare le stoffe da cui ricavare i costumi: «Utilizziamo antiche lenzuola, qualcosina però lo abbiamo comprato, come per esempio la iuta. Il nostro budget — conclude la responsabile della Sfilata — è limitato, abbiamo raccattato in giro quello che si poteva». Spirito creativo e intraprendente, quello delle donne e delle donne della borgata che sicuramente anche quest’anno, come in passato, dimostreranno all’intera città l’attaccamento non solo per la loro Venere Azzurra ma per l’intera città di mare: una passione che scorre nelle vene e che trasmetteranno al resto delle borgate che rendono magico il nostro splendido Golfo. Laura PROVITINA

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Tellaro, la sfida più importante è la sopravvivenza

IL TELLARO potrebbe essere arrivato a un punto di non ritorno. C’è il rischio che la borgata venga addirittura ceduta per fare spazio a qualcun altro, perché, stando alle parole del capo borgata Bartolomeo Cabani, al paese non interessa avere un proprio equipaggio per il quale fare il tifo. «Il paese non si merita gli sforzi che facciamo – dice Cabani – io e la presidente Anna Viviani abbiamo provato con tutte le forze a tirare avanti, ma è difficile, perché a Tellaro interessa solo la sagra del polpo, il borgo fatato e il natale subacqueo, che peraltro ho inventato io. Quando si parla di bomboloni, frittelle e sgabei – prosegue – la gente si fa avanti,ma quando si tratta di lavorare per il palio, ci lasciano tutti da soli». Sono parole forti e dure ma anche un po’ addolorate quelle di Cabani, parole di chi dopo anni di assoluta devozione e impegno, si vede costretto ad alzare bandiera bianca. Bartolomeo Cabani non è un personaggio qualunque, bensì è uno degli autori principali per aver scritto quell’indimenticabile pagina di storia che tutti conoscono. C’era infatti anche lui a bordo del Tellaro nel 1973, quando insieme a Walter Varese, Giovanni Battistelli (al quale è intitolata la borgata per essere scomparso prematuramente nel 1989) e Nicholas Holdswort, con Gino Maricanola al timone, vinse il primo e ultimo palio della borgata numero 11, dopo aver dominato l’intera stagione. L’equipaggio rimase tra i favoriti anche l’anno successivo,ma poi il Tellaro cominciò ad occupare le parti basse della classifica, senza mai riuscire ad allestire un equipaggio veramente competitivo. Questo fino allo scorso anno, quando Matteo Gambirasio, Alfonso Conte, Marco Venturini e Paolo Da Pozzo avevano deciso di tentare la sorte permettendo alla borgata di essere presente non solo per partecipare, ma con obiettivi più ambiziosi. Di fatto arrivò un ottimo terzo posto, che Cabani definisce però come un fuoco di paglia. «Un tentativo di ricostruire qualcosa che è assolutamente fallito – dichiara – l’equipaggio è salito sul podio, ma non abbiamo avuto nessun riscontro con il paese. Eravamo tornati a essere competitivi dopo decenni, ma siamo tornati indietro di quarant’anni. Il risultato è stato fine a se stesso, abbiamo ricevuto una diffida per il sabotaggio della barca e ora, per un motivo o per l’altro, ci ritroviamo con le tasche vuote». Per rimettere lo scafo nelle condizioni di poter gareggiare, sono infatti stati fatti tanti sforzi economici ed è stato fondamentale l’impegno dei pochi volontari. La barca è tra l’altro tenuta a Marola, a causa dell’impossibilità di poter svolgere gli allenamenti nel paese di Tellaro. «Io sono dimissionario – conclude Cabani – ma ho promesso di contribuire fino alla fine di questa stagione perché la presidente mi ha chiesto una mano, e non posso dire di no. Finito questo palio mi levo dalla scena». Selene RICCO

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Ecco chi prepara i campi di gara: un compito che richiede anche sei ore

OGNI domenica il“popolo” del Palio del Golfo è abituato ad arrivare nel paese dove si svolge la regata, e trovare il campo di gara pronto per ospitare gli equipaggi che si daranno battaglia nelle sempre intense e appassionati prepalio. Ma quasi mai ci si interroga su chi c’è dietro al duro e faticoso lavoro per realizzare il campo di gara, e, quindi, di chi trascorre un’intera mattinata per cercare di posizionare le 26 boe (che il giorno del palio, alla Morin, sono in realtà 30 ) nel miglior modo possibile. Gli autori di questo impegnativo lavoro sono poco conosciuti al mondo del palio, un’irriconoscenza decisamente ingiusta, se pensiamo a quanto sia fondamentale il loro compito. Fare un campo di gara, infatti, non è certamente un’operazione da poco: è un lavoro di precisione, che richiede tanto tempo e pazienza. Vincenzo Bagnato, Loriano Ivani, Marco Sassi, Luca Pallano, Massimo Castiglia e Marcello Dinorscia, dipendenti della Marina militare, si svegliano ogni domenica mattina all’alba e quando il tempo è bello, e il mare calmo, il loro lavoro può essere considerato tutto sommato semplice. Ma quando invece tira il vento, il fondale è alto e il mare increspato, tutto si complica maledettamente. «È un lavoro impegnativo – dice Vincenzo Bagnato, che si occupa dell’allestimento del campo di gara da ventitrè anni, precisamente dal 1992 – la domenica ci ritroviamo in Arsenale alle cinque del mattino e partiamo per andare sul posto a posizionare le boe. La durata del lavoro varia – prosegue Bagnato – ma capita alle volte che ci vogliano addirittura sei ore». Il campo viene misurato con il telemetro che serve a stabilire la distanza dei bersagli. Vengono fissati i quattro punti e vengono calcolate le larghezze e le lunghezze del campo. Tra una boa e l’altra ci sono dieci-quindici metri, e il gavitello è sostenuto da un peso di 25 kili, che serve ad ancorarsi sul fondale. «L’esperienza aiuta – dice ancora Vincenzo Bagnato – ma dobbiamo essere sempre scrupolosi,perché la precisione è fondamentale». Inoltre al Palio, questo lavoro è più complesso rispetto a una normale gara di routine. L’allestimento del campo di gara inizia addirittura diversi giorni prima: il perimetro all’interno del quale si svolge la regata viene circondato da un cavo d’acciaio, per non fare entrare le barche da diporto. Al cavo d’acciaio sono collegate poi delle boe di ferro grazie a dei galleggianti che servono a chiudere il campo laterale. Purtroppo capita spesso che durante le gare alcune boe di virata affondano oppure si rompano. «Sono rimaste solamente 28 boe – fa sapere Alberto Vignali, vice presidente della Lega Canottaggio – una volta ne avevamo quasi quaranta, ora ne abbiamo solo due di scorta. Finite quelle, non ne abbiamo più». Selene RICCO

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«La barca delle Grazie è irregolare»

LA BORGATA di Fezzano alza il tiro. Nel mirino non c’è soltanto lo “scarrellamento”, definito scorretto, da parte dei vogatori delle Grazie, ma anche la barca dai colori biancorossi, considerata irregolare. Insomma, la bufera si gonfia di altri venti di tempesta e i giorni che rimangono da qui a domenica al 3 agosto, giorno del Palio del Golfo numero 89, si fanno sempre più roventi. Dopo la lettera al sindaco di Spezia, Massimo Federici, con la quale le borgate di Porto Venere, Fezzano, Marola, Canaletto e Muggiano hanno minacciato di non gareggiare per protestare contro la tecnica di voga delle Grazie, giudicata fuori dal regolamento della Lega canottaggio Uisp, il Fezzano contesta lo scafo graziotto. Il capoborgata, Edoardo Bardi, ha firmato, a nome dell’Usd Fezzanese Borgata Fezzano, una lettera indirizzata al presidente della Lega canottaggio a sedile fisso dell’Uisp, Maurizio Viaggi con la quale, chiede, in pratica, la squalifica delle Grazie. «Da un’analisi visiva dell’imbarcazione senior della borgata delle Grazie è evidente una costruzione del bordo “anomala”, sicuramente non parallela al piano di costruzione della bara, come citato dal regolamento di costruzione delle barche tipo Palio del Golfo – si legge – Facciamo altresì presente che le tavolette di supporto alle scalmiere devono contenere, nell’ingombro, le scalmiere stesse mentre, sempre sulla barca delle Grazie, vanno ben oltre le misure (stimate a vista circa50-60 centimetri). Faccio presente che, durante i lavori di correzione della poppa della nostra barca ultima nata per adeguarla alle nuove misure, il signor Vignali (dirigente della Lega canottaggio, ndr), a bordo già verniciato, ha fatto togliere circa 3-4millimetri di legno perchè non in regola. Inoltre, essendo a conoscenza che la barca delle Grazie ha subìto lavori prima dell’inizio delle gare pre Palio, chiediamo che la stessa venga sottoposta a stazzatura, come da regolamento». È singolare, peraltro ricordare come l’anno scorso la stessa borgata di Fezzano si fosse trovata al centro di una polemica durata mesi in cui il Canaletto chiese di non far correre la barca verde per una presunta irregolarità dello specchio di poppa. La disputa andò avanti per mesi e, alla fine, la Lega riformò il regolamento. Oggi si ripete una storia simile. Intanto, il presidente della Lega, Maurizio Viaggi, ha incaricato il responsabile del settore Comitato giustizia e disciplina (e del gruppo ufficiali di gara), di formare una Commissioni di lavoro per verificare la regolarità e la specificità della tecnica di voga espressa dagli armi presenti alla gara di domenica 13 luglio 2014. Detta commissione dovrà essere composta da almeno cinque membri, di cui almeno uno obbligatoriamente un consulente esterno alla Lega Canottaggio Uisp. Il suo mandato sarà di dieci giorni dalla data del suo insediamento. Amerigo LUALDI

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La “Ginetta” è tornata: il peggio è passato

È STATA una stagione difficile e faticosa quella della Venere Azzurra, ma la borgata numero 12 è abituata a fare i conti con gli imprevisti e non si è di certo lasciata scoraggiare. La presidente Irene Lombardo e il capoborgata Riccardo Bruni si sono infatti rimboccati le maniche e nonostante gli eventi che hanno stravolto sia la preparazione invernale, che quella estiva, la società è comunque riuscita a ricostruire le solide basi per poter affrontare il palio con una certa serenità. Poco prima della gara di Natale, una mareggiata aveva distrutto l’imbarcazione chiamata Ginetta, la più vecchia che partecipa attualmente al Palio, che per fortuna, grazie all’aiuto del Cadimare, è stata risistemata. I problemi hanno coinvolto però non solo i mezzi, ma anche i due equipaggi. Quello junior si è consolidato a fine maggio, a stagione già iniziata, mentre i vogatori senior vestono la maglia giallo blu da circa un mese. Gabriele Batoni, Luca Savi, Mirco Lubrano e Fabrizio Vivaldi dopo l’esperienza a Muggiano, dove Batoni e Savi hanno vinto nel 2011 l’ultimo loro Palio, avevano infatti iniziato la stagione a Cadimare, ma le aspettative ambiziose non si sono realizzate. L’equipaggio ha infatti occupato inspiegabilmente gli ultimi posti della classifica, e alla fine la decisione, presa di comune accordo con la società, è stata quella di scrivere la parola fine all’avventura in maglia bianconera. L’occasione è stata presa al balzo dalla Venere Azzurra che, a causa di problemi con l’equipaggio precedente, li ha imbarcati in tempo record. «Peccato non averli avuti sin dall’inizio – dice l’allenatore Bernardo Nardi – senz’altro potevamo fare qualcosa di più. Non voglio togliere nulla all’equipaggio che avevamo prima, ma la stagione era stata davvero travagliata. Questi ragazzi hanno un potenziale enorme non espresso, e anche se non rimane molto tempo, spero riescano a tirarlo fuori ». Effettivamente è innegabile come i migliori piazzamenti siano arrivati proprio a bordo della barca della Venere Azzurra. L’equipaggio, insieme al timoniere Nicolò Panella, ha ottenuto due ottavi posti nelle ultime due gare, avvicinandosi prepotentemente agli avversari. «Questo è un altro ambiente – prova a spiegare il capovoga Batoni – abbiamo meno pressioni. Per il giorno del palio non ci poniamo limiti, perché può succedere qualsiasi cosa. Ci assumiamo le nostre responsabilità per questa stagione un po’ strana – prosegue – ma la sfortuna è un po’ complice». L’armo junior è invece composto da quattro ragazzi giovanissimi, alla prima esperienza nel mondo del canottaggio. L’equipaggio si è definito a fine maggio e ha preso parte alla prima gara solamente a giugno. A bordo siedono Alessandro Pelosi, Gabriele Tomà, Francesco Giacomazzi e Alessandro Rossi, timonati da Erika Corsolini. «Abbiamo fatto fatica a ingranare – dice il pruista Alessandro Rossi – ma siamo contenti perché stiamo iniziando a migliorare e quel distacco insormontabile ottenuto durante la nostra prima gara, si è decisamente ridotto. L’obiettivo che ci poniamo è quello di provare a superare almeno due barche, perché per puntare a qualcosa di più dobbiamo aspettare almeno il prossimo anno». L’intenzione è quindi quella di mantenere il gruppo unito anche per la prossima edizione, avendo i ragazzi ancora tre anni per poter vogare insieme in questa categoria. «Ho preso quattro ragazzi che non sapevano tenere un remo in mano – interviene l’allenatore Luca Balderi – e ora ho quattro vogatori. Mi auguro di riuscire a portarli al palio nelle migliori condizioni possibili, ma comunque andrà sarò orgoglioso di loro. Sono bravi e volenterosi, e anche se a volte mi fanno perdere la voce, mi stanno dando tante soddisfazioni». Selene RICCO

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Lawrence e Frida, quei nove mesi di amore a Tellaro

ALLA BORGATA del Tellaro, si sa, piace “scavare” nel passato, ricordando gli avvenimenti trascorsi che hanno consentito di far conoscere e apprezzare quel piccolo borgo di mare. Ecco spiegato perché lo scorso anno durante la sfilata per le strade di Spezia, i tellaresi hanno raffigurato, attraverso una coreografia spettacolare, la leggenda del polpo gigante che ha salvato il paese dallo sbarco dei pirati. Quest’anno i borgatari ci riprovano, con una nuova suggestiva rappresentazione: la storia del borgo nel 1913 con l’arrivo del poeta Lawrence che trascorse nove mesi a Fiascherino, con la moglie Frida. Un tuffo nel passato, dunque, riproponendo le scene di vita dei tellaresi dell’epoca, impegnati nella pesca e nella raccolta delle olive. Poi l’arrivo di Lawrence, in barca, con a bordo il suo pianoforte. E LA RIEVOCAZIONE del matrimonio di Ezzechiele Azzarini con la sua bella Maria, al quale il poeta inglese fece da testimone. Una “nuvola” di invitati inglesi e italiani riempirà le vie e le strade cittadine. Il punto di partenza della scenografia della borgata del Tellaro è proprio il libro “La baia di Lorenzo” di Silvio Vallero, ma anche alcune scene del video di Beppe Mecconi hanno consentito ai borgatari, uomini e donne, di dar vita alla loro sfilata. Che, come detto, si preannuncia davvero intrigante e affascinante. Se il sogno si sta avverando è merito di Maura, Anna (la presidente della borgata), Rosanna, Loredana, Paola, Tiziana, Elisa (che coordina insieme a Maura Novelli, responsabile della sfilata), ma anche Manuela e la giovane Camilla, Angela, Carla ed Enrica. Donne grintose e determinate che da oltre un mese si incontrano, tutti i pomeriggi, nella scuola elementare del paese. Non tanto per cucire, visto che i costumi sono stati “recuperati” dagli anziani del posto, quanto per sistemare il tutto, definire i dettagli e aiutare gli uomini, impegnati nella realizzazione dei carri: uno con il pianoforte di Lawrence, l’altro che trasporterà la barca con la quale il poeta giunse nel borgo. Barca che verrà rivestita di simil legno, grazie al lavoro minuzioso di Federico e di Lauro Cabano — la “mente” che ogni anni propone rappresentazioni caratteristiche e significative che “raccontano” le tradizioni e la storia del borgo — e di molte altre valorose braccia maschili. Gli abiti che verranno indossati dai borgatari sono dunque pronti, «dobbiamo solo abbinarli alle persone» sottolinea Maura. Abiti anche pregiati, dell’epoca, prestati dai vecchi che li hanno conservati con cura nei loro armadi. Molti, poi, i particolari creati con la cartapesta, come i pesci o le cesta piene di oliva, che verranno mostrati durante la sfilata anche dai bambini. Che saranno tantissimi, così come gli adulti: ne sono previsti una sessantina, che tra balli, divertimento e scenografie d’altri tempi, faranno conoscere al pubblico spezzino un periodo storico che per Tellaro è valso il riconoscimento di un borgo apprezzato e stimato anche oltre i confini nazionali, da personaggi di rilievo del panorama poetico e letterario. Lo stesso Lawrence disse di essersi innamorato di quel paese e dei suoi abitanti, con le loro abitudini e i loro tradizionali mestieri: una passione che anche i tellaresi tenteranno di trasmettere agli spezzini nel corso della sfilata, facendo rivivere emozioni e saperi “antichi”. Non mancheranno poi sorprese, come musica incantevole suonata dal pianoforte che inebrierà il centro cittadino, o borgatari vestiti eleganti che parteciperanno al matrimonio. «Ci siamo divertiti tantissimo a preparare questa sfilata» racconta Maura. E l’entusiasmo raccolto in questi giorni certamente riaffiorerà venerdì primo agosto, durante la kermesse serale che ospiterà il folclore di ogni borgo di mare che si affaccia sul Golfo della Spezia. LAURA PROVITINA

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San Terenzo e quei ragazzi di borgata

SONO due gli equipaggi con cui quest’anno la borgata del San Terenzo parteciperà all’89esimo Palio del Golfo, quello junior e quello senior. I risultati ottenuti fino a oggi non sono dei migliori, nonostante questo le aspettative sono positive, perché il progetto serio del presidente Matteo Passalacqua e del capo borgata Giovanni Medusei permette di guardare oltre, non limitandosi a questa edizione, ma gettando le basi per il futuro. L’equipaggio senior è formato da Andrea Vanacore, al primo anno in questa categoria, da Jacopo Dani, da Simone e da Riccardo Giacomazzi, timonati da Filippo Belviso. «La stagione è iniziata bene anche se i risultati non sono stati dei migliori – dice il secondo remo Jacopo Dani – Tra noi c’è un po’ di differenza di età ma siamo un gruppo davvero affiatato. Da settembre ci alleniamo tutti giorni e siamo fisicamente preparati, anche se paghiamo un po’ l’inesperienza. Ci manca infatti ancora quella giusta alchimia che ci permette di fare il risultato durante le gare, ma la speranza è l’ultima a morire e noi ci presenteremo al palio più combattivi che mai». L’equipaggio è allenato da Arrigo Vanacore, aiutato dal preparatore atletico Giorgio Biagetti. «Siamo felici di avere Andrea in barca –prosegue Dani – e suo padre come allenatore. Ci sentiamo un po’ tutti come se fossimo suoi figli». «Potenzialmente sappiamo di poter arrivare tra le prime sei o sette imbarcazioni – dice Arrigo Vanacore – ma purtroppo i risultati non stanno arrivando. La barca ha qualche problema, però ho cercato di mettere a posto uno scafo del Cadimare, che in questi giorni i ragazzi stanno provando per la prima volta. Con questa alternativa l’augurio è di fare meglio. Non puntiamo al podio, ma penso che i presupposti per arrivare subito dopo ci siano tutti e sono fiducioso». A sedere a bordo dell’armo junior sono invece quattro giovani santerenzini e già questo è un successo, perché le soddisfazioni che può dare un equipaggio formato da ragazzi del paese sono senza dubbio maggiori, e consentono anche un attaccamento diverso da parte dei tifosi, che per la prima volta dopo tanto tempo possono sostenere quattro giovani che hanno praticamente visto crescere. Andrea Callea, Davide Maccari, Giovanni Passalacqua e Nicola Pardini sono al primo anno di voga, hanno appena 17 anni e ce la stanno mettendo tutta per onorare la maglia bianco verde. Purtroppo quest’anno il palio junior è particolarmente difficile, perché gli avversari sono quasi tutti vogatori più esperti. Anche il timoniere, Federico Gambucci, è alla sua prima esperienza e cerca di crescere insieme ai ragazzi. «Siamo partiti da zero – dice il pruista Nicola Pardini – e non è stato facile. Siamo nati a San Terenzo e non vedevamo l’ora di avere l’età per poter partecipare al palio, che abbiamo sempre seguito con passione. L’obiettivo è quello di metterci dietro il maggior numero di barche possibili e di abbassare i nostri tempi. Ma la cosa più importante – prosegue – è che la società punta su di noi per il futuro, e vuole mantenere il gruppo unito». I ragazzi hanno infatti a disposizione ancora quattro anni per poter vogare in questa categoria, e non è escluso che potrebbero essere loro i senior con i quali la borgata si presenterà in futuro alla disfida più importante. L’equipaggio è allenato da Michele Donato, insieme a Massimo Motti. «Il fatto che siano tutti di San Terenzo – dice Donato -è un forte motivo d’orgoglio, e per il mio modo di vedere il palio, dovrebbe sempre essere così. Le difficoltà sono state tante, siamo partiti in salita, ma la dedizione è massima e mi auguro che, magari non già il prossimo ma tra due anni, potremmo lottare per qualcosa di grosso». Selene RICCO

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